Quando si passava la sabbia nel fiume

Di tutti i personaggi che affollano i racconti che i suoi due amici hanno fatto ad Arturo Viale di Ventimiglia (IM) in ViteParallele (reperibile sul Web!) mio padre, da me sempre sollecitato a stilarmi ulteriori ricordi, mi voleva sottolineare in modo particolare il funerale molto partecipato di uno di loro, avvenuto quando io ero ancora molto piccolo.

Senonché, ogni volta il pensiero mi andava alla mamma di quell’uomo, S., che io rammentavo, così come mi capita ancora adesso, molto bene, poiché, abitando vicini in Via Giudici a Ventimiglia (IM), era intima di casa nostra, in particolare di mia madre: una sorta di nonna acquisita, la cui presenza riempiva spazio e tempo, perché di premurose attenzioni per tutti noi!

Viveva con quella signora il figlio di quell’illustre defunto. Non so se ne ho già scritto, ma mi preme qui mettere in luce qualche pertinente frammento di memorie. La visione, ad esempio, di quel baldo giovanotto, che tornava in licenza con la sua bella divisa da marinaio. O sottolineare, sempre del medesimo, quella volta che, siccome una volta congedato, aveva cercato un lavoro, e non avendo trovato di meglio, si era messo come tanti a passare la sabbia (con reti metalliche, in genere, mi pare, di vecchi letti) nel fiume Roia (quanta fatica ancora a metà degli anni ’50 del secolo scorso, per non dire di più!), si era procurato, operando a piedi nudi, un profondo taglio ad un piede con un vetro rotto purtroppo sfuggito alla sua attenzione: mi sembra di essere ancora là a vederlo giacere con vistosa fasciatura nel lettino all’ingresso dell’abitazione.

Era mia grande amica un’altra nipote, anche mia compagna di scuola in “primina“, che, però, ho perso di vista da troppo tempo, perché emigrata. Rivedevo, invece, qualche volta i suoi genitori, affabili e gentili, che per salutarmi passavano a trovarmi in ufficio. Quasi frequentavo, invero, lo zio, con il quale di tanto in tanto si scherzava ancora su quel suo lontano infortunio. Ma avevo conosciuto anche un altro figlio di S., l’ex giovanotto che si era trovato una bella scusa per scansare il premilitare fascista…