Episodi d’epoca

Furono nativi e/o abitanti di Ventimiglia (IM):

– il capitano di complemento che, ancora ferito, di scorta, all’indomani della Grande Guerra, ad un convoglio di prigionieri austriaci, affabulando con un maggiore già nemico e scoprendo che costui aveva diretto i tiri di artiglieria da cui era derivata la scheggia con cui era rimasto offeso, lo fece scendere dal treno per prendere insieme un caffé; disse tanti anni dopo ad un figlio, stupito di quella eccessiva gentilezza, che entrambi avevano fatto il loro dovere

– il fantaccino di leva, sgraziato di figura e trascurato rispetto all’uniforme, che non aveva come tanti altri fatto adattare, il quale, ottenuto un netto rifiuto, arricchito dell’epiteto di straccione, dall’ufficiale, cui aveva chiesto di poter guidare un’automobile di reparto, si ripresentava qualche tempo dopo davanti alla caserma, scendendo da una lussuosa Chrysler di famiglia, guidata da tanto di autista in livrea, lasciando allibito quello sprezzante superiore

– il giovane pescatore, uno di quelli che aiutava gli ebrei stranieri, dannati dal regime con le leggi razziali, a fuggire in barca dall’Italia verso la Francia nella tormentata stagione 1938-’39 [in proposito: Ombre al confine di Paolo Veziano L’espatrio clandestino degli Ebrei dalla Riviera dei Fiori alla Costa Azzurra 1938-1940, ed. Fusta, 2014], in futuro valente floricoltore, che si presentava al premilitare fascista a piedi nudi, sostenendo che in casa non si avevano soldi per comprargli le scarpe: al che il capomanipolo o centurione, il brutto ceffo in camicia nera, insomma, che dirigeva la situazione, lo mandava via, con tacita soddisfazione del nostro personaggio, che di tutta evidenza aveva ottenuto, almeno una volta, il suo scopo

– il cameriere, ancora ragazzo, che, interrogato dai militi per incastrare il ferroviere francese, presunto (a ragione!) autore o regista dei continui lanci di volantini antifascisti e pacifisti, sosteneva, suscitando ilarità contenuta, che in quella casa (a lungo tanti “cheminots” presero servizio dalla città di frontiera, dove, pertanto, anche dimorarono) si recava perché amante della moglie del reo: in ogni caso le autorità riuscirono a fare allontanare da Ventimiglia quel macchinista.