Ho abitato in Via Giudici, davanti a Piazza delle Erbe, nel centro storico, detto Ventimiglia Alta, di Ventimiglia (IM) dal 1952 a novembre 1956, dai due anni di età ai sette quasi compiuti. Prima che la famiglia tornasse a Nervia.
Ero molto piccolo, ma i ricordi sono tanti, quasi tutti da meritare, a mio avviso, trattazioni a parte.
Come per le persone adulte significative che ho conosciuto, molte delle quali rammento come se fosse ieri, mentre mi ero a lungo dimenticato di qualche coetaneo, sodale di giochi.
O per episodi di vera e propria formazione, quale il salvataggio ed il riportare al nido del retrostante, oscuro vicolo un rondinotto, me trepidante, operato da mio padre con una scopa.
I primi viaggi importanti li ho fatti partendo da lì…
L’esordio scolastico. Ho fatto dalle Suore dell’Orto la “primina”, un corso privato anticipato per bambini di cinque anni, che culminava, come mi ha raccontato poco tempo fa una mia ex compagna di scuola (alla quale, combinazione, avevo intinto la lunga treccia nell’inchiostro del calamaio!), con un duro esame di successiva ammissione alla scuola pubblica.
E due mesi di seconda elementare alle statali, anche queste in Via al Capo, le ho pur fatte.
Ho coltivato lassù la passione – forse maturata ai Gallinai – per i fumetti, sbirciandone le figure, perché subito non sapevo leggere: vecchi amici oggi dimentichi dei prestiti che mi facevano, monetine da una e due lire contate (questo lo sapevo fare!) con attenzione per l’acquisto di uno dei più economici dei giornaletti di avventure, un’edicola ancora esistente dove mi si lasciava guardare gratis ancora qualcosa…
Ho fatto in tempo ad apprezzare monumenti storici, natura, mare, gli ultimi due fattori ormai molto cambiati.
Spunti per note non soltanto leggere…