Ancora quegli uomini della Missione Flap

Pigna (IM), Alta Val Nervia

Mi sono lasciato sul serio sfuggire troppe cose quando dedicavo un trafiletto agli uomini della Missione Flap.

Provo a rimediare. Anche perché nella vita di relazione la vicenda, pur a distanza di quasi ottant’anni dall’evento, torna spesso come argomento di conversazione.

Lascio per scontati, o da approfondire con vari link, i dettagli della storia.

Intanto, sottolineo la presenza di un libro di Don North, Inappropriate Conduct: Mystery of a Disgraced War Correspondent, Paperback, 2013, dedicato al corrispondente di guerra Paul Morton, opera che, pur nei limiti di un rinvenimento sul Web, mi ha consentito di notare, e “scopiazzare”, qualche disegno dell’artista di guerra G.K. Long, autore del rapporto, da cui era partito a suo tempo il mio interesse per questa vecchia trama.

Certo alla figura di Morton aveva dedicato qualche bella pagina, ed uno schizzo di Long (ripreso proprio da Paul Morton, Missione Inside, Ed. L’Arciere, Cuneo,1979, cui ho già fatto nell’altro post cenno) che ritrae donne di Pigna in fuga dal paese sotto l’attacco nazista di quei primi di ottobre 1944, Mina Garibaldi Sibilla in Osvaldo Contestabile, La Libera Repubblica di Pigna, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia, 1985.

Soprattutto, tuttavia, non mi ero accorto del rilievo della figura dal capitano Michael Lees, dimenticato, ad usare un eufemismo, dalle autorità inglesi perché dopo il suo passaggio da Pigna aveva compiuto con efficacia ed eroismo, ricavandone gravi ferite, la Missione “Tombola” (così in inglese!), sull’Appennino  a sud di Reggio Emilla, che era all’ultimo stata… annullata. Insomma, aveva disobbedito agli ordini. Lees aveva condotto un attacco ad una postazione tedesca insieme ai partigiani garibaldini di quei luoghi, a uomini della Sas, e al maggiore Roy Farran, il quale per varie circostanze se la cavò con più onore di Lees, rimanendo in forza all’esercito, anzi… ma il racconto si fa lungo, come ribadisco più avanti. E non era neppure mancato, per quell’assalto notturno del 27 marzo 1945 al comando tedesco di Villa Rossi e Villa Calvi in Albinea (RE), l’accompagnamento di una cornamusa scozzese suonata da David Kirkpatrik, perché i nazisti intendessero bene che erano stati colpiti da militari, così da non compiere una delle loro tante efferate rappresaglie su civili innocenti.

Sì, perché la mia distrazione non é stata tale da non accorgermi qualche sera addietro di un documentario su RaiStoria dedicato alla Operazione “Tombola“, basato in buona misura, credo, sulll’episodio SAS Italian Job della serie televisiva Secret War della BBC (2011), come da collegamento qui da me sotteso, una trasmissione che ha, inoltre, affrontato risvolti successivi degli accadimenti occorsi a Lees e a Farran (di cui si parla anche nel più recente Malcolm Tudor, SAS in Italy 1943-1945: Raiders in Enemy Territory, Fonthill Media, 2018).

Ad ogni buon conto Lees era già stato nominato cittadino onorario di Reggio Emilia nel 1949. Dalle nostre parti almeno un riconoscimento gli venne dato. E per tempo!