Strane dimenticanze sugli uomini della Missione Flap

Pigna (IM)

Qui sopra si possono notare le fotografie delle prime due pagine di un documento, un tempo segreto, denominato “Missione Flap“, ottenute dal compianto Giuseppe Mac Fiorucci in preparazione del suo GRUPPO SBARCHI VALLECROSIA  < ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia – Comune di Vallecrosia (IM) – Provincia di Imperia – Associazione Culturale “Il Ponte” di Vallecrosia (IM) >. Ma non pubblicate in questo suo lavoro, incentrato sull’attività clandestina dei “partigiani del mare”, che operarono tra la fine del 1944 e l’aprile 1945 nella e dalla zona intemelia con i servizi alleati. Della “Missione Flap”, di cui, tuttavia, non si conosceva allora la terminologia, condotta da ufficiali, anch’essi alleati, si scrive da tempo, a cominciare dal fondamentale “L’epopea dell’esercito scalzo” (a cura di Mario Mascia – ed. A.L.I.S. – 1946, ristampa del 1975). Nei vari resoconti gli ufficiali stranieri misero in risalto l’eroismo dei partigiani che, al momento del loro passaggio, stavano difendendo la Repubblica di Pigna (IM). Una parte di questa delegazione, infatti, già paracadutata in Piemonte tra i partigiani del celebre Comandante Mauri, prese la via dei monti, ai primi di ottobre del 1944, per rientrare nelle proprie linee. Un’altra, sempre su indicazione di Stefano “Leo” Carabalona, con i componenti aiutati nello sforzo finale da altre due belle figure della nostra Resistenza, Giulio Pedretti (“Caronte”, ma anche “Corsaro”) e Pasquale Corradi, quella del mare, in barca, da Ventimiglia (IM). Entrambi i gruppi con l’aggregazione di alcuni ex prigionieri di guerra.

Ho messo, come si sarà notato, qualche link per chi intendesse saperne di più. E di sicuro avrò trascurato diversi aspetti di questa panoramica.
In effetti, ho fatto una lunga premessa per arrivare al dunque. Ma non ci sono ancora del tutto.

Nelle settimane scorse, poiché ero stato invitato a dare il mio modesto contributo ad un pubblico ricordo del capitano Gino Punzi, sono tornato casualmente a rivisitare quanto successivamente capitato, tra i componenti di quella “Missione Flap”, al corrispondente di guerra Paul Morton, un canadese. Autore, ma solo nel 1979, di “Missione Inside”, edita a Cuneo da L’Arciere, un libro ormai molto citato dall’epoca della sua uscita, tuttavia dovuto soprattutto alle insistenze di partigiani piemontesi. Ad ogni buon conto metto qui un link più appropriato. Anticipo solo che, rientrato in patria dall’Europa, il Toronto Star gli pubblicò il 27 ottobre 1944 un solo articolo dei nove che aveva, superando le censure degli uffici militari preposti, preparato: ma lui era già stato licenziato.

Coincidenza! L’altro giorno mi accingo a leggere l’ultima fatica di Arturo Viale di Ventimiglia (IM), OLTREPASSARE – Storie di passaggi tra Ponente Ligure e Provenza – (Edizioni Zem), per imbattermi subito nel suo racconto delle vicissitudini di Paul Morton ed apprendere che i disegni realizzati in quell’ormai remoto peregrinare tra Piemonte e Liguria da Geoffrey K. Long (sì, proprio lui, il capitano, artista di guerra, estensore del qui più volte citato rapporto “Flap”) apparvero solo in “Missione Inside”, libro che colpevolmente non ho ancora letto.

Ed il capitano Lees, Michael Lees, comandante della “Missione Flap”? Anche per lui metto qualche considerazione. Sempre che io non abbia fatto errori. Lees, da quello che posso intendere, fu responsabile di svariate imprese segrete, prima e dopo la “Flap”, fu ferito ben cinque volte (ed in un caso sopravvisse miracolosamente), ma non conseguì mai una medaglia di riconoscimento. Per cui sussiste in oggi una petizione a favore della sua memoria, che personalmente mi sono sentito in dovere di sottoscrivere.