I Gallinai

Vista parziale dello stato in essere dei “Gallinai”

Secondo Alberto, i Gallinai a Bordighera (IM) vennero edificati in fretta e furia circa un secolo e mezzo fa, perché un proprietario contava di realizzare grande lucro dall’esproprio di terreni già “attrezzati” in funzione della costruzione della stazione ferroviaria. Solo che la realizzazione della nuova linea seguì l’andamento della costa marina. A me, e ad altre persone, tutto questo sembra una leggenda localistica. Ma tant’é! Dopo di che il rentier mancato tentò altri esperimenti, compreso il tipo di azienda agricola che ha lasciato per sempre nel sentire popolare il nome al complesso, surclassando quello pur esistente di Villaggio Giardino.

In sostanza, le uniche abitazioni di Via Giacinti, da una decina di anni tutte vuote e recintate in attesa di una nuova speculazione che non é ancora riuscita.

Io, a pochi mesi di vita, ai Gallinai, in braccio alla zia nata a Sanremo

La famiglia di mia madre ha vissuto a lungo in quel sito: la nonna per oltre sessant’anni, sino alla morte; lo zio, da quando nacque all’estromissione degli ultimi inquilini (l’ultima, duratura proprietà del complesso attese a lungo per poter procedere ad una vendita in blocco…).

Sempre ai Gallinai, sempre molto piccolo, ma in braccio a mio padre ed in un altro punto dei Gallinai.

Ho passato tanti bei momenti ai Gallinai – in genere parte di quelli liberi dalla scuola – sino alle soglie della maggiore età. Se ho giocato talvolta in maniera sfrenata (non oso dire come i ragazzi della Via Pàl!), questo mi é capitato con gli amici dei Gallinai, che nelle occasioni in cui li rivedo si stupiscono delle mie reiterate parole di gratitudine, espresse in merito.

Con noi anche la mamma!

Ero già entrato in altro blog nel vivo di questi ricordi – come di altri aspetti della vita di relazione, e non solo, connessa ai Gallinai -, così come ho in animo di ripeterli.

Io a cinque anni guardo un coniglietto della nonna, posizionato sulla “pila”, come veniva chiamata quella vasca d’antan.

Oggi mi limito a sottolineare che, essendo forse io il più giovane della “banda” (e gli altri lavoravano già quasi tutti), sui miei sedici anni alla sera d’estate (e si aggiungevano talora cugini “turisti”, ospiti degli amici) si giocava ancora a nascondino, con un ruolo per nulla secondario in tutto questo movimento del vecchio ponte della Bigarella.

Uno scorcio – comprensivo del pino centenario dell’ex Villa Cappella – dell’attuale incrocio, largamente tombinato, dove una volta sorgeva il ponte della Bigarella
Il vecchio ponte della Bigarella – Archivio: Ferruccio Poggi di Bordighera (IM)
Il giardino di Villa Pendice e l’ex Hotel Continentale, vicini al vecchio ponte della Bigarella. In collina, Villa Mostaccini e, più da indovinare che da riuscire a vedere, l’omonima antica Torre d’avvistamento.
Mia madre nell’agosto 1948. La zona di Via Romana è sempre più o meno quella. Un aspetto, invero, intrigante!

La zia più giovane sulla Vespa del fratello

Ma anche l’immagine nitida degli sciami di lucciole sulla Via Romana…

Il proprietario della Vespa. Sempre ai Gallinai!

Tracciando una sorta di schema per prossimi appunti, aggiungo che mia nonna discettava delle origini slovene sue e del nonno, nati ancora nell’Impero Austro-Ungarico retto da Francesco Giuseppe, con tanto di racconti avvincenti – talvolta, tragici, essendoci stata di mezzo la Grande Guerra – di famiglia.

I vigili urbani di Bordighera negli anni 1930. Mio nonno é il secondo da sinistra.

D’altronde, se nel 1931, come mi ricordò lo zio, mio nonno era già vigile urbano a Bordighera, quando chi era già nato (mia madre ed una zia) abitava con i genitori a Sanremo, a Bordighera era pur logico che venissero tutti ad abitare. E due zii a nascervi.

Ma penso proprio che ripeterò questi temi e quelli indotti…