Bologna per me

Fonte: Wikipedia

Guardare dalla collina di San Luca il bel panorama tutto intorno e sentirsi d’improvviso uno strano peso nella tasca della giacca: la chiave della stanza d’albergo munita di poderoso ciondolo di cuoio, da quel momento in poi beneaugurante anomalo souvenir del viaggio di nozze.

Qualche giorno prima a San Petronio vedere con meravigliato stupore la traccia imperitura su quel pavimento dell’importante esperimento compiuto con una meridiana dal conterraneo Cassini (la sua natia Perinaldo é su ameno poggio del Ponente Ligure, come già dissi, non lungi dal mare). Sì, perché del grande astronomo all’epoca sapevo solo, come si narrava in quel borgo, dei suoi servigi scientifici alla corte del Re Sole. La sonda spaziale a lui dedicata, l’osservatorio ormai ragguardevole del suo paesello, tanti approfondimenti erano ancora di là da venire.
Qualche anno prima a Piazza Maggiore mi sembrò di sentire odore di buona cera nell’aria, ma forse era solo la suggestione causatami da quella magnifica quinta teatrale che facendo principio anche da Palazzo di Re Enzo, continuando per la Basilica, termina con Palazzo d’Accursio. E i crocchi improvvisati di persone che discutevano civilmente, soprattutto di politica, li ho visti forse prima che qualcuno li consegnasse alla pagina scritta, memoria di nobile costumanza ampiamente decaduta.
Più di recente un’improvvisata con andata e ritorno da Milano, certamente non da solo, con tanti sorrisi ironici intorno a me davanti a quell’albergo, del resto abbastanza famoso. Era di domenica, ma in giro si vedeva solo gente che mi sembrò apatica. Forse un’impressione fallace e passeggera, perché tutto preso dalla scoperta di nuovi monumenti non visitati in precedenza.
Dovrei tornare per vedere qualcosa delle memorie etrusche, ma anche romane, a me tutte molto care. E la Bologna delle acque, quasi tutte canalizzate al coperto, di cui ho chiesto ragguagli, in quanto l’ho scoperta non molto tempo fa in alcune pagine di grandi noir italiani, un genere ormai affezionato alla città. E per trovare nell’aria qualcosa di quello spirito antico che, mi é stato detto, ancora aleggia. Perché, come di altre città, l’occasione per rinverdire ricordi con attenti e documentati interlocutori non mi manca mai.
Ho fugacemente conosciuto a Bordighera il Sindaco Dozza, ormai vecchio e malato, che tanto fece dalla Liberazione, di quella insurrezione anticipata rispetto al resto d’Italia di cui fu protagonista, per la sua Bologna: contribuì in modo determinante a disegnarne sia la salvaguardia del centro storico che la circostante armoniosa realizzazione  delle parti e delle infrastrutturazioni moderne, assurgendo a mito vivente dei suoi concittadini.
Ma Bologna é stata colpita dalle stragi dell’Italicus e del 2 agosto 1980 alla stazione: impossibile dimenticare!