Vi era stata l’esercitazione di Gladio “Aquila Bianca”

Nonostante l’efficacia del Piano Solo nel ridimensionare la politica riformatrice del governo italiano, altri fattori spingevano a temere un’espansione comunista. In primo luogo, la continua crescita del Pci, che il 21 agosto 1964 perse il suo leader storico, Palmiro Togliatti. Preoccupavano, in particolare, gli effetti che la scomparsa di Togliatti avrebbe avuto sulla compattezza del movimento comunista <734. Si preparavano inoltre le elezioni amministrative che il 22 novembre 1964 avrebbero visto il rinnovo di 74 consigli provinciali e di 6.767 consigli comunali, e il cui esito avrebbe confermato la forza elettorale del Pci, con un incremento di voti dal 25,6 al 26,02% <735. Un altro fattore che continuava a generare preoccupazione in ambito militare era la presenza dei socialisti al governo. Da questo punto di vista, gli americani osservavano le dinamiche che avrebbero portato all’elezione di Giuseppe Saragat a Presidente della Repubblica, dopo ben 21 votazioni e grazie ai voti determinanti dei comunisti <736. Accanto a questioni di natura interna, agli americani interessava anche l’appoggio italiano all’intervento militare in Vietnam <737. Questo ed altri argomenti furono discussi durante il breve soggiorno statunitense di Aldo Moro, durante il quale Johnson si convinse che il leader italiano fosse in grado di garantire la stabilità politica italiana <738.
La crescita del comunismo e gli insuccessi internazionali riportati dall’Occidente in Vietnam, Algeria, Cuba, Indocina e Corea, contribuirono alla diffusione delle teorie sulla guerra rivoluzionaria in ambito Nato <739. Il nocciolo della questione era il seguente: i generali cominciarono a chiedersi le ragioni per cui masse di contadini mal addestrati e mal equipaggiati riuscissero ad avere la meglio sugli eserciti regolari della Nato. La difficoltà principale che gli eserciti regolari si trovavano ad affrontare era legata infatti al fatto di combattere una guerriglia estremamente mobile e inafferrabile, che godeva del largo sostegno della popolazione contadina. Per queste ragioni, si trovavano intrappolati in una guerra senza fronti precisi e obiettivi strategici chiari. Di fronte ad un nemico che adottava ogni mezzo per vincere, legale e non, e in un contesto in cui le forme di lotta legali erano soltanto un mezzo per confondere l’avversario e preparare l’attacco finale, per battere il comunismo il mondo occidentale avrebbe dovuto iniziare ad adottare gli stessi mezzi, e scendere sullo stesso terreno della guerra non ortodossa, imitandone le tecniche e le strategie spregiudicate di guerriglia e contro-insorgenza, come il ricorso a forme di terrorismo e infiltrazione <740. In Italia, la continua espansione del Pci era vista come un segnale evidente della strategia per la conquista del potere attraverso vie legali <741. Di fronte a questa situazione, diventava “imperativo e urgente per la salvezza dl nostro avvenire, delle istituzioni democratiche e dell’intero paese, arrestare l’infiltrazione del comunismo e respingerlo dalle posizioni che ha conquistato”. A tale scopo occorreva “preparare, organizzare coi mezzi necessari e mettere in atto un piano di operazioni psicologiche a carattere non solo difensivo, ma anche offensivo” <742.
Allo scopo di diffondere la consapevolezza della minaccia comunista e di organizzare la resistenza necessaria a porvi fine, l’Istituto di studi storici e militari “Alberto Pollio” organizzò un convegno che si tenne a Roma, presso l’Hotel Parco dei Principi, dal 3 al 5 maggio 1965 <743. Al convegno parteciparono esponenti di spicco delle FF.AA. e della magistratura, docenti, giornalisti, giovani studenti e intellettuali di destra, rappresentanti della vita economica e finanziaria del paese. La tre giorni nasceva con lo scopo di “denunciare l’estensione e l’urgenza del pericolo dell’offensiva planetaria del comunismo e di creare i mezzi più idonei per un’efficace difesa” <744. Assunto di base era che una terza guerra mondiale fosse già in atto, non nelle forme tradizionali, ma condotta “secondo dottrine, tecniche, procedimenti, formule e concetti totalmente inediti […] elaborati adottati e sperimentati dai comunisti in termini globali e su scala planetaria”. Ai principi di questa guerra era “ispirata comunque e dovunque la condotta non soltanto degli stati comunisti ma anche dei partiti comunisti che operano nei paesi del mondo libero” <745.
Dalle relazioni esposte durante il convegno emersero proposte piuttosto inquietanti di azioni concrete contro il comunismo: da quella di affrontare “senza timidezza” la guerra contro il comunismo” “attraverso due metodi paralleli, ma non necessariamente simultanei: a) l’azione psicologica b) il terrorismo”, per raggiungere lo scopo finale di “disgregazione dello stato esistente”; oppure quella per cui “qualsiasi violazione compiuta dai comunisti […] — come per esempio […] inserirsi in una ‘nuova maggioranza’ o peggio ancora penetrare […] in un gabinetto ministeriale — costituirebbe un atto di aggressione talmente grave […] da rendere necessaria l’attuazione […] di un piano di difesa totale. Vale a dire l’intervento diretto, deciso e decisivo delle FF.AA.” <746. Allo scopo di “Adeguare lo strumento militare”, si arrivava persino a vagheggiare un’organizzazione che coprisse “tutta la nazione in modo tale che tutti i cittadini sono nelle liste di mobilitazione e distinti per le loro attitudini non soltanto militari”; e, ancora, la necessità di individuare diversi piani o categorie di intervento: “a) su un piano più elementare disponiamo di individui i quali, […] sono capaci di compiere un’azione puramente “passiva”, che non li impegni in modo da affrontare immediatamente situazioni rischiose; b) il secondo livello potrà essere costituito da quelle altre persone naturalmente inclini o adatte a compiti che impegnino «azioni di pressione», come manifestazioni sul piano ufficiale, nell’ambito della legalità, anzi, in difesa dello stato e della legge conculcati dagli avversari. […] c) A un terzo livello, molto più qualificato e professionalmente specializzato, dovrebbero costituirsi […] nuclei scelti di pochissime unità, addestrati a compiti di controterrore e di «rotture» eventuali dei punti di precario equilibrio, in modo da determinare una diversa costellazione di forze al potere. Questi nuclei, possibilmente l’un l’altro ignoti, ma ben coordinati da un comitato direttivo, potrebbero essere composti in parte da quei giovani che attualmente esauriscono sterilmente le loro energie, il loro tempo e, peggio ancora, il loro anonimato, in nobili imprese dimostrative, che non riescono a scuotere l’indifferenza della massa di fronte al deteriorarsi della situazione nazionale” <747.
Con il convegno Pollio, il processo concordato da De Lorenzo e dalla Cia in esecuzione di covert operations di origine statunitense, finalizzato alla costruzione del polo antagonista al Pci all’interno dei confini nazionali, raggiunse il momento più avanzato. Dopo l’adesione del Sifar al piano Demagnetize (dicembre 1955), la schedatura dei fautori dell’apertura a sinistra e la minaccia del piano Solo, tale processo si estese fino al coinvolgimento nel progetto anticomunista di rappresentanti della società civile e militare e di alcuni fra i massimi dirigenti del neofascismo italiano.
A seguito della morte del gen. Egidio Viggiani, avvenuta il 5 giugno 1965, un ulteriore cambio ai vertici dei servizi segreti italiani produsse delle ripercussioni nell’ambito della lotta al comunismo. A capo del Sifar fu nominato il generale Giovanni Allavena, altro fedelissimo di De Lorenzo. La mancata nomina del gen. Giuseppe Aloja a capo del Sifar generò una lotta senza quartiere tra lo stesso Aloja e il gen. De Lorenzo <748. Al centro dello scontro vi fu la polemica mossa da De Lorenzo, che accusava il rivale di violare la neutralità politica dell’esercito con i suoi “corsi di ardimento”, istituiti presso la scuola di fanteria di Cesano nel 1962 nell’ottica di costruire un apparato militare capace di contrastare l’azione sovversiva comunista. Tra le azioni poste in essere in questo ambito, dal 1° al 20 ottobre vi era stata l’esercitazione di Gladio “Aquila Bianca”, cui parteciparono, oltre alla quasi totalità degli arruolati, anche elementi delle Special Forces Us. Durante l’esercitazione effettuarono un assalto a due treni mentre si incrociavano in una galleria, altre azioni prevedevano invece attentati e sabotaggi ferroviari. Conseguentemente, fra il 15 e il 24 aprile del 1966 si svolse l’esercitazione “Delfino” che sperimentava le tecniche della controinsorgenza attraverso azioni violente come quelle contro esponenti del clero e simboli religiosi, la cui responsabilità sarebbe dovuta ricadere sugli avversari. Aloja rispose all’accusa commissionando la redazione di un libello, “Le mani rosse sulle forze armate”, a cura di Pino Rauti e a Guido Giannettini, in cui infamava De Lorenzo di essere un neutralista <749. Lo scontro tra i generali proseguì senza esclusione di colpi sulle pagine di “Paese Sera” e “Il Borghese” <750.
Il secondo governo Moro deluse le aspettative di coloro che speravano nella realizzazione di riforme economiche e sociali impattanti. Se da un lato riuscì a risanare in parte l’economia italiana, adottando una politica economica restrittiva e misure anticongiunturali, dall’altro non riuscì a portare compiutamente a termine il programma di riforme annunciato. Dopo le dimissioni di Fanfani da Ministro degli Esteri, il governo si divise nuovamente sulla legge che istituiva la scuola materna statale. Moro fu costretto alle dimissioni, e seguì un terzo governo di centro-sinistra, guidato sempre da Moro, che sarebbe durato fino al giugno 1968.
E’ utile infine considerare alcune questioni che emergono a proposito della lotta al comunismo durante il governo Johnson. Se in Italia si verificarono le prime forme di interferenza dei servizi segreti nell’attività politica italiana e si iniziò a predisporre il retroterra ideologico e militare su cui si fonderanno le basi della strategia della tensione, negli stessi anni la Cia effettua il numero più alto di ingerenze negli affari interni degli altri stati in funzione anticomunista. E’ il caso, ad esempio, del già citato Vietnam (1963), ma anche del Brasile (1964), dell’Indonesia (1965) e della Grecia (1967). Esiste quindi una continuità a livello internazionale di una linea generale che aveva la Nato al suo centro e poneva la necessità di un coordinamento internazionale per la gestione della “contro-guerra rivoluzionaria”, attraverso i comandi militari dei singoli paesi dell’Alleanza, così come era parso evidente già dai convegni di Parigi nel dicembre 1960 e di Roma nel novembre 1961. Una conferma ulteriore dell’esistenza di questo ambito organizzativo comune viene dall’esame dell’elenco dei partecipanti alla assemblea dell’Associazione del Trattato Atlantico svoltasi a Roma nel settembre del 1965: fra i delegati italiani 5 su 37 (Accame, Magi Braschi, De Risio, Lombardo e signora) risultano aver effettivamente partecipato all’incontro dell’Istituto Pollio, e 12 (Accame, Levi De Leon e signora, Leonetto De Leon, Lombardo e signora, Magi Braschi, Martino, Orsello, Pacciardi, Rossi, Rossi del Lion Nero, Viggiani) erano presenti anche all’incontro romano del 1961 <751.
[NOTE]
734 Cia, Special Report, the Italian Communist Party Today, Office of Current Intelligence, 16 ottobre 1964.
735 B. Scatassa, Le elezioni provinciali del 22 novembre 1964, in “Orientamenti sociali”, 20 (1964): pp. 954-976.
736 U. Gentiloni Silveri, L’Italia e la nuova frontiera, cit. p. 313.
737 Nara, RG 59, Presidential Memoranda of Conversation: Lot 70 D 217; Frus, 1964-68, vol. XII, Memorandum From the President’s Special Assistant (Valenti) to President Johnson, Washington, 16 aprile, 1965, pp. 228-30, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1964-68v12/pg_228.
738 Frus, 1964-68, vol. XII, Telegram From the Embassy in Italy to the Department of State, Rome, 9 aprile, 1965, pp. 226-28, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1964-68v12/pg_226.
739 G. Chaliand, Strategie politique et militaire de la guerre révolutionnaire, in Id. (a cura di), Les guerres irrégulières. XX-XXI siècles, Paris, Gallimard, 2008, pp. 17-64. Sulle origini della guerra non ortodossa al comunismo, si veda invece: A. Ventrone, La genesi della guerra non ortodossa al comunismo e della strategia della tensione, in C. Fumian, A. Ventrone (a cura di), Il terrorismo di destra e di sinistra, cit. pp. 89-113.
740 Procura della Repubblica di Milano, proc. Penale n. 2/92F, Relazione di perizia di A. S. Giannuli, del 12/3/1997, pp. 24 e ss.
741 C. Graziani, La guerra rivoluzionaria, in “Quaderni di Ordine Nuovo”, 1 (1963): pp. 11-13; N. Tranfaglia, La strategia della tensione e i due terrorismi, cit. p. 992; M. Franzinelli, La sottile linea nera, Bologna, Rizzoli, 2008, p. 236. Sui temi della guerra rivoluzionaria, altre pubblicazioni di riferimento sono i manuali di istruzioni del Sifar: L’Offesa (1964), La Parata e la risposta (1964) e La Guerriglia (1965) il cui testo è dipinibile in: Allegati 45, 46 e 47 alla Consulenza del dott. A. Giannuli, Lega Anticomunista Mondiale, Nuclei di Difesa dello Stato, Aginter Presse, Ordine Nuovo, Fronte Nazionale, 12 marzo 1997, in Atti BS/ fasc. H-b-1; G. Giannettini, P. Rauti, Le mani rosse sulle forze armate, Roma, Savelli, 1975.
742 La guerra psicologica nel campo nazionale e nel quadro dell’Alleanza atlantica. Sua organizzazione negli aspetti difensivo e offensivo, in Relazione di perizia prof. Aldo Giannuli, Reperti Magi Braschi, 10 settembre 1997, all. doc. n. 34.
743 L’Istituto Pollio ebbe vita breve, fra il 1964 ed il 1966. “Per esplicita ammissione del De Boccard e del Finaldi”, ovvero i principali suoi esponenti, l’istituto fu “indirettamente finanziato dall’Ufficio Rei del Sifar mediante una campagna di abbonamenti ai bollettini che l’Istituto stesso pubblicava attraverso l’agenzia `D'”. Sentenza n. 4/88 emessa in data 11/7/1988 dalla II Corte d’Assise di Bologna nel procedimento penale n. 12/86 R.G.C.A. al quale sono riuniti i procedimenti penali nn.l3/86 R.G.C.A. e 2/87 R.G.C.A.
744 E. Beltrametti (a cura di), La guerra rivoluzionaria, Atti del primo convegno di studio promosso e organizzato dall’istituto Alberto Pollio di studi storici e militari svoltosi a Roma nei giorni 3, 4 e 5 maggio presso l’Hotel Parco dei Principi, Roma, Giovanni Volpe Editore, 1965.
745 G. Finaldi, Inaugurazione del convegno, in E. Beltrametti (a cura di), La guerra rivoluzionaria, cit. p. 13.
746 E. De Boccard, Lineamenti ed interpretazione storica della guerra rivoluzonaria, in E. Beltrametti (a cura di), La guerra rivoluzionaria, cit., pp. 55 e ss.
747 Esiste una “notevolissima somiglianza” tra questi suggerimenti ed un documento dell’organizzazione Gladio. In un testo dal titolo: “Ipotesi su una nuova struttura S/B”, si prevedeva infatti una ristrutturazione dell’organizzazione secondo tre livelli o sub-strutture (verde, gialla, rossa) che ricalcavano quelli proposti nella relazione di Filippani Ronconi. P. Filippani Ronconi, Ipotesi per una contro rivoluzione, in E. Beltrametti (a cura di), La guerra rivoluzionaria, cit., pp. 243 e ss; G. Pellegrino, Proposta di relazione, cit. sez. II- Il Convegno Parco dei Principi del maggio 1965.
748 Nel mese di dicembre 1965 De Lorenzo venne promosso capo di Stato Maggiore dell’esercito. Rivoltosi alle maggiori istituzioni italiane per avere rassicurazioni sul lealismo di De Lorenzo in ordine alle voci sui fatti del 1960 e a quelli del 1964, Nenni fu rassicurato sulla lealtà assoluta del generale nei confronti dello Stato. Audizione di Pietro Nenni del 2 ottobre 1969 davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Piano Solo, Commissione Alessi.
749 G. Flamini, L’amico americano. Presenze e interferenze straniere nel terrorismo in Italia, Roma, Editori Riuniti, 2005, p. 65.
750 A. Giannuli, Bombe a inchiostro. Luci e ombre della Controinformazione tra il ’68 e gli anni di piombo. Da Piazza Fontana al rogo di Primavalle, dalla Comune di Dario Fo al processo 7 aprile, i depistaggi dello stato e i servizi segreti del movimento, Milano, Bur, 2008, pp. 17-18; G. De Lutiis, I servizi segreti in Italia, cit., p. 78.
751 Consulenza del dott. A. Giannuli a seguito di incarico del G.I. di Milano Guido Salvini, Reperti Magi Braschi, 10 settembre 1997, pp. 39-46.
Letizia Marini, Resistenza antisovietica e guerra al comunismo in Italia. Il ruolo degli Stati Uniti. 1949-1974, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Macerata, 2020