Nel corso del tempo il regime franchista seppe avvalersi a piene mani del grande contributo offerto dall’azione di questi servizi della Sf

All’operazione di controllo totalizzante sulle donne messa in atto già in piena guerra civile, dalle esponenti della Sf [Sección Femenina di F.E.T. y de las J.O.N.S.], si aggiunse, con il passare del tempo la consapevolezza di voler influire direttamente, in modo capillare, su tutti i livelli sociali, economici e formativi della popolazione femminile.
La dirigenza si decise così di coinvolgere maggiormente le donne provenienti dalle campagne nelle attività del partito e proprio in questa prospettiva furono organizzate diverse attività dalla delegazione della Hermandad de la Ciudad y el Campo che, partire dal 1946, previde la creazione di Cátedras Ambulantes. Queste Cattedre, dipendenti dalla Regiduría de Divulgación y Asistencia Sanitario-Social, erano incaricate di svolgere principalmente attività di alfabetizzazione, educazione domestica, agricola e politica in centri con meno di 5.000 abitanti <366.
Le responsabili di questo servizio sostavano per circa un mese in ogni località, soprattutto nei periodi estivi, e proponevano un modello d’insegnamento simile a quello impartito nelle Escuelas Rurales de la Sección Femenina, istruendo le donne su come contribuire al buon funzionamento dell’economia domestica e contadina <367.
Questo lavoro, che ricordava in parte quanto realizzato durante il periodo repubblicano dalle Misiones Pedagógicas, aveva l’intento di affiancare all’opera di alfabetizzazione promossa dalla Sf anche quella del controllo e della formazione del consenso della popolazione contadina nei confronti del regime con il minimo sforzo economico <368. Anche le affiliate incaricate di svolgere le proprie attività di sostegno alla popolazione attraverso le Càtedras, come le divulgadoras, infatti, potevano effettuare pressioni affinché si battezzassero i bambini, raccogliendo, al contempo, informazioni riguardo alle condizioni di vita, all’osservanza religiosa ed alla condizione politica delle famiglie assistite.
Nel corso del tempo il regime franchista seppe avvalersi a piene mani del grande contributo offerto dall’azione di questi servizi della Sf, attraverso il cui operato si provvedeva efficacemente alla “rieducazione” della popolazione civile, contribuendo così alla perpetrazione del clima di sottomissione e consenso nei confronti dei vincitori.
Il lavoro delle Visitadoras Sociales, l’educazione dei piccoli negli Hogares Infantiles y Escolares e la formazione morale, spirituale ed istruttiva imposta alle donne spagnole dalla Sf rientravano pienamente in quest’opera di controllo ed uniformazione forzata, diretta e coordinata dal regime. Tale compito riservato alla Sf fu svolto in pieno affiatamento con le gerarchie ecclesiastiche, le quali, appoggiando il regime, sommarono le proprie attività a quelle del partito, contribuendo a creare un clima di buona armonia d’intenti che fruttò allo Stato un pieno assoggettamento delle masse.
Nel corso degli anni Quaranta, a causa della terribile indigenza economica in cui si trovò a vivere il Paese, si palesò con chiarezza la necessità che anche le donne – da quel momento pressoché escluse, soprattutto se sposate, dal mondo lavorativo – contribuissero in qualche misura all’aumento delle entrate familiari.
Per quanto riguardava il problema delle campagne, settore particolarmente penalizzato economicamente e sul quale la Sf volle incidere in maggior misura, si operò in modo che venisse offerta una concreta possibilità d’intervento, tanto che la delegazione diretta da Pilar s’impegnò a garantire lo svolgimento di corsi che informassero le contadine riguardo ad attività lavorative domestiche che avrebbero potuto svolgere per contribuire al mantenimento della famiglia, senza muoversi da casa.
Fu così che, a partire dal 1941, la Sf o meglio, la delegazione dell’Hermandad de la Ciudad y el Campo, si dedicò alla realizzazione di quelle che furono definite nel V Consejo Nacional di Barcellona le Granjas Escuelas Rurales. Queste scuole erano sorte con l’ambizioso obiettivo di contribuire allo sviluppo di «industrias agropecuarias, a base familiar y casera, de pequeña industria, a cargo de la mujer, siguiendo el padre en su profesión y oficio. En dichas industrias encontrarán ocupación las hijas del labrador, evitando la estancia en las fábricas y talleres de convivencia mixta (sic) y ocupará los ocios del ama de casa, sin abandonar su hogar» <369.
Tale progetto evidenziava anche una sorta di volontà di concorrere al radicamento delle donne alla campagna, cercando così di collaborare nell’impedire l’esodo massiccio della popolazione lavorativa verso le città, fatto che contraddistinse l’emigrazione interna della Spagna a partire proprio dagli anni Quaranta. A questa tendenza si opponeva strenuamente la Sf, la quale voleva limitare «este traslado de las gentes del campo a las ciudades» in quanto tutto questo, «además de del desquiciamiento individual», supponeva «un disequilibrio para la Economía de la Patria, ya que la tierra es la que produce, pero necesita los hombres que siembren y recojan <370».
Maria Teresa Gallego Méndez ricorda come il Señor Jimeno, al IV Consejo Nacional svoltosi a Madrid nel 1940, enunciò come il compito della Falange fosse proprio quello di «hacer sentir a la mujer la vida campestre, nuestra orientación será la de formar a la mujer en un ambiente campesino, de pequeño pueblo, aislada de la ciudad en la soledad y en el silencio del hogar campesino porque así será como mejor pueda comprender esos fines y esos problemas que luego va a tener que desenvolver <371».
A questo isolamento forzato a cui erano obbligate le donne contadine si poteva ovviare, solo in parte, attraverso la possibile socializzazione offerta loro dalla frequentazione delle attività proposte nei corsi organizzati dalla Sf, che avevano l’obiettivo esplicito d’istruirle su come svolgere al meglio attività quali: avicultura, jardinería, horticultura, industrias lácteas, cunicultura e sericultura, insegnamenti che venivano appresi parallelamente alle discipline di hogar, educación física, religión e nacional-sindicalismo, temi ossessivamente proposti dalla Sf in tutti i cicli formativi, ricreativi e scolastici di sua competenza.
Se si prova a considerare la questione da un punto di vista più ampio, lo sforzo operato dalle donne della Sf in questo settore non dimostra alcun tipo di desiderio di emancipazione del mondo contadino femminile che, lungi dal potersi affrancare dal rigido controllo maritale, veniva indirizzato a riempire le ore in cui non erano costrette a badare ai figli o alla campagna, in attività quali l’allevamento dei conigli o dei bachi da seta.
Il lavoro divulgativo e propagandistico svolto dalle rappresentanti della Sf in ambito rurale corrispondeva pienamente al desiderio di Pilar che sosteneva: «Cuando vuestras casas sean más limpias, vuestros hijos más sanos y vuestros campos más fértiles; cuando vuestras hijas no estén ociosas alrededor de la lumbre, sino que, afanosamente, las veáis tejendo y bordando […]; cuando vuestros hijos no sientan el ansia de la ciudad, porque en su huerto y en su casa encuentren todo lo que necesitan, nos diréis entonces: La Falange nos trajo la verdad» <372.
Nel corso degli anni Quaranta, un altro settore che cominciò a svilupparsi fu quello della Delegazione di Coros y Danzas. Le attività realizzate da questo dipartimento ebbero come fine ultimo il recupero e la divulgazione dei canti e delle danze popolari delle diverse province spagnole, attuando un presunto processo di rafforzamento dell’identità nazionale che aveva lo scopo di combattere i localismi centrifughi del Paese.
Pilar era convinta infatti che il folklore avrebbe contribuito largamente a far rinascere l’orgoglio patrio ed a rafforzare l’unità nazionale ed affermava che: «cuando los catalanes sepan cantar canciones de Castilla; cuando en Castilla se conozcan también las sardanas y sepan que se toca el chistu <373 […], cuando las canciones de Galicia se conozcan en Levante; cuando se unan cinquanta o sesenta mil voces para cantar una misma canción, entonces sí que habremos conseguido la unidad entre los hombres y entre las tierras de España <374».
Come sottolinea Estrella Casero <375, infatti, nel corso degli anni Coros y Danzas fu uno dei dipartimenti che meglio seppero interpretare “el amor a la tradición” della Sf, riuscendo a svolgere al contempo un’importante opera di riavvicinamento della Spagna alle democrazie europee ed americane, con le quali i rapporti diplomatici, in seguito ai mutati equilibri politici internazionali successivi alla fine del secondo conflitto mondiale, si erano mantenuti piuttosto freddi ed ostili.
Nel 1948 fu organizzata la prima spedizione di una rappresentativa di Coros y Danzas in Argentina. La splendida accoglienza che la Delegazione della Sf ricevette in questo Paese fece sì che si cominciasse a pensare a questa delegazione come ad una sorta di strumento di “penetrazione culturale” o meglio, di struttura ambasciatrice della Spagna franchista nel mondo. Il desiderio era quello di forzare i pregiudizi – per noi legittimi – delle democrazie internazionali nei confronti del regime dittatoriale, mostrando, attraverso le attività ricreative, la “cara más amable” del franchismo.
Le rappresentanti della Sf impegnate a coordinare le attività di questo dipartimento furono unanimi, infatti, nel riconoscere gli importanti successi ottenuti attraverso la realizzazione di quest’iniziativa, che, oltre a migliorare per alcuni versi le relazioni con alcuni Paesi stranieri, rafforzarono i sentimenti patriottici degli spagnoli all’estero <376.
Il concetto di hispanidad tante volte propugnato da José Antonio pareva dunque trovare un concreto ambito d’attuazione nelle attività culturali promosse e propagandate da questo dipartimento della Sf che aveva dimostrato come «lo que había comenzado como una actuación cultural» potesse convertirsi anche «en triunfo político <377».
Possiamo infine concludere osservando come, soprattutto durante gli anni Quaranta, lo sforzo operato dalla Sf in ambito sociale e culturale avesse avuto come principale obiettivo quello d’incidere nella formazione e sul controllo delle donne spagnole.
L’indirizzo dato alle attività promosse dalla delegazione diretta da Pilar Primo de Rivera non prevedeva di certo la possibilità di una vera e propria emancipazione del comparto femminile, ma, seppur indirettamente, a nostro avviso, tale organizzazione seppe svolgere un rilevante lavoro di socializzazione che, per quanto soffocante, poteva permettere alle donne, soprattutto a quelle che vivevano isolate nelle campagne, d’incontrarsi e di mettere in comune le proprie esperienze personali o familiari con il pretesto di frequentare corsi o scuole appoggiati dal regime.
Vero è che non possiamo conoscere fino in fondo quanto l’intensità del controllo operato sulle donne fosse vincolante sulle scelte operate dalle stesse una volta rientrate nell’intimità della propria casa. Ad ogni modo, ed in maniera simile a quanto avveniva per le Massaie Rurali in Italia, il fatto che la partecipazione alle attività promosse dal partito, soprattutto nelle campagne, non fosse obbligatoria poteva forse rendere queste occasioni d’incontro possibili opportunità di scambio tra le giovani spagnole che, probabilmente ascoltando con un solo orecchio le nozioni ideológico-patrioteras del partito, riuscivano anche a ritagliarsi uno spazio d’incontro con le coetanee.
[NOTE]
366 Cátedra Ambulante “Francisco Franco”. Folleto y resúmenes de prensa (1951-1958), A.N.A., Serie Azul, Carpeta 79. Nel 1963 circoleranno per la Spagna 66 cattedre ambulanti che svolgevano attività d’informazine sanitaria, di propaganda culturale, prestito dei libri, proiezioni cinematografiche e conferenze.
367 «La Cátedra Ambulante “Francisco Franco” donada por S.E. el Jefe del Estado a la Sección Femenina de Fet y de las Jons, se compone de cuatro camiones con cuatro remolques, que durate ocho meses del año recorren los pueblos y aldeas para realizar una tarea de divulgación sanitaria y de enseñanza a la mujer, y concretamente a la mujer campesina en diversos aspectos. Estas enseñanzas se dan por siete afiliadas a la SF, que forman el profesorado de le Cátedra con arreglo a la siguente distribución: Jefe de Cátedra, un medico Pericultor, Profesora de Industrias Rurales, Profesora de Corte y Cocina, Profesora de Labores y Trabajos manuales, Instructora de Juventudes, Instructora de Música» in “Revista Cátedra Ambulante “Francisco Franco””, Madrid, Delegación Nacional de la S.F. de F.E.T y de las J.O.N.S, 1955.
368 Le donne delle Cátedras Ambulantes erano ricompensate con elargizioni simboliche, spesso provenienti dalle stesse casse comunali dei paesi in cui lavoravano ed il loro operato, come quello delle altre colleghe attive sul territorio, era considerato come un atto di servizio fatto disinteressatamente e per amore della causa falangista.
369 Proyecto de creación de Granjas Escuelas Rurales, presentado por la delegación nacional en el V Consejo Nacional de la Sección Femenina, in Maria Teresa Gallego Méndez, Mujer…, cit., 127.
370 Discurso de Pilar Primo de Rivera en el VIII Consejo Nacional de la Sección Femenina de F.E.T. y de las J.O.N.S., Monasterio de Nuestra Señora de Guadalupe (Cáceres), 1944, in Pilar Primo de Rivera, Discursos…, cit., p. 67.
371 Maria Teresa Gallego Méndez, Mujer…, cit., p. 130.
372 Pilar Primo de Rivera, La Sección Femenina y su coordinación con la Administración, la Cultura y otras asociaciones, Madrid, (senza data), in Maria Teresa Gallego Méndez, Mujer…, cit., p. 131.
373 La sardana è la danza tipica più conosciuta della Catalogna ed il chistu è un flauto tradizionale dei Paesi Baschi
374 Discurso de Pilar Primo de Rivera en el III Consejo Nacional de Sección Femenina de F.E.T. y de las J.O.N.S. (Zamora), 1939, in Pilar Primo de Rivera, Discursos…cit., p. 25.
375 Estrella Casero, La España que bailó con Franco. Coros y danzas de la Sección Femenina, Madrid, Editorial Nuevas Estructuras, 2000.
376 Nelle sue memorie Pilar cita numerosi casi, si veda Pilar, Recuerdos…, cit., pp. 201-202.
377 Kathleen Richmond, Las mujeres…, cit., pp. 148-149.
Eleonora Zuliani, Las Azules. Le donne spagnole negli anni del primo Franchismo: l’organizzazione, le dirigenti, la formazione dei “Quadri”, Tesi di dottorato, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, 2007