Gli “Amori difficili” uscì per la prima volta nel 1958

Nell’epistolario Mondadori <148 che raccoglie complessivamente tutte le lettere di Calvino, il lettore chiaramente troverà tantissime informazioni e commenti riguardo alle singole opere dello scrittore, oltreché indicazioni sulla genesi, sulle fonti e sulle varianti, ma anche le lettere alla De Giorgi risultano una ricca fonte per tale motivo. Nell’epistolario si possono trovare notizie molto preziose su parecchi racconti che Calvino forniva a tutti i suoi corrispondenti, ma in particolare, riguardo a “Gli amori difficili”, Maria Corti racconta di un’epistola scritta da Calvino alla De Giorgi in un giorno di inizio gennaio (potrebbe trattarsi della lettera 2,32 del 5 gennaio 1958 in cui parla del suo lavoro, l’unica della cartella “Lavoro suo” tra le altre lettere risalenti alla prima metà del mese; tuttavia si tratta solo di un’ipotesi) nella quale lo scrittore parla della sua raccolta di racconti. Calvino è in dubbio sull’ordine da usare, su come inserire i racconti e sulla fisionomia del libro in cui ciascuno di essi sarebbe dovuto confluire.
“A novembre deve uscire – per precisa esigenza di produzione – una mia grossa raccolta di racconti. Ora io sono in una grande angoscia per il modo di fare questa raccolta, quali ‘filoni’ della mia produzione, così disparata, includere e quali no. Certi racconti vorrei presentarli in gruppo con altri che da anni avevo intenzione di scrivere e non ho mai scritti. Così mi trovo ora tentato di scrivere racconti ‘retrodatati’ come De Chirico che dipinge ora i falsi De Chirico del periodo metafisico. Ho esagerato, si capisce, ma sto spiegando con paradossi, cerco di lavorare meglio che posso, ma per tener fede al mio programma dovrei per i prossimi tre o quattro mesi scrivere un sacco di racconti, che magari ho in testa da anni (…) come un frigorifero”. <149
Gli “Amori difficili” uscì per la prima volta nel 1958 nel suo volume “I racconti” che comprendevano anche “Gli idilli difficili”, “Le memorie difficili” e “La vita difficile”; successivamente, nel 1970, uscì la prima edizione de “Gli amori difficili” <150 che è il titolo con cui l’autore, in sostanza, ha raggruppato, isolandole dal resto dei racconti, una serie di novelle amorose il cui tema comune però non è un amore felice, ma la difficoltà di comunicazione; ovvero la zona di silenzio che c’è al fondo dei rapporti umani. È un movimento interiore, la storia di uno stato d’animo, un itinerario verso il silenzio; va detto però che per Calvino, questo nucleo di silenzio non è soltanto un passivo ineliminabile in ogni rapporto umano, ma racchiude pure un valore prezioso, assoluto e nelle avventure viene narrato proprio questo. Nell’edizione de “Gli amori difficili” del ’70, confluisce anche il racconto de “La nuvola di smog” che inizialmente faceva parte della sezione “La vita difficile”; per l’analisi che si andrà a fare l’inclusione di questo racconto nella raccolta risulta un segnale propizio. Qui di seguito si cercherà infatti di analizzare il rapporto che intercorre tra le storie di alcuni racconti de “Gli amori difficili” i cui protagonisti, un impiegato, un viaggiatore e un poeta, hanno in comune l’essere tutti Italo Calvino (incluso il Protagonista de “La nuvola di smog”).
4.3.1 L’avventura di un impiegato
Il racconto “L’avventura di un impiegato” viene scritto da Calvino nel 1953 cosa che esclude la possibilità di qualsiasi riferimento alla De Giorgi dato che, al momento della stesura, i due non si erano ancora incontrati. Tuttavia il racconto è utile in quanto si può mettere subito in relazione – grazie al contributo di Martin McLaughlin <151 – con “L’avventura di un viaggiatore” (1957); questo per la specularità della tecnica di racconto: la narrazione dell’avventura dell’impiegato inizia quando finisce la notte d’amore passata con la donna amata, mentre la narrazione dell’avventura del viaggiatore finisce quando sta per incontrarla. “L’avventura di un impiegato”, nonostante sia stato scritto prima, presenta oltretutto le stesse tematiche amorose che incontreremo ne “L’avventura di un poeta” e poi ne L’avventura di un viaggiatore e chiaramente nella “Nuvola di smog”. Il protagonista Enrico Gnei, è un impiegato che ha appena trascorso una notte d’amore con la donna di cui si è innamorato e tutta la storia gira attorno ai suoi tentativi di preservare il più a lungo possibile la freschezza delle sue sensazioni e la memoria della notte passata. La narrazione si sposta immediatamente dalla notte d’amore del protagonista la sera prima, alla descrizione del paesaggio urbano la mattina dopo, quando va al lavoro, mentre ritorna alla sua solita routine, in contrasto con la bellezza dei momenti felici. Il protagonista infatti – colto nell’urgenza di raccontare la sua avventura, per mostrare al mondo quanto la sua vita non sia più uguale a quella degli altri – affronta il tema dell’indicibilità (di cui si parlerà in seguito) per cui tutto ciò che viene vissuto non può essere detto e non potrà essere uguagliato da nessun altra esperienza: ‘”Questo è il segreto, – decise, ritornando nel suo studio: – che in ogni momento, in ogni cosa che io faccio o dico, sia implicito tutto quello che ho vissuto.” Ma lo rodeva un’ansia, di non poter mai essere pari a quello che era stato, di non riuscire a esprimere, né con allusioni e men che meno con parole esplicite, e forse neppure col pensiero, la pienezza che sapeva d’aver raggiunto.’ [L’avventura di un impiegato pag. 42]
Gnei cerca di condizionare il paesaggio e le persone che gli stanno intorno con l’euforia causata dalla straordinarietà dell’evento, anche quando si immerge nel grigiore della sua quotidianità. Vorrebbe raccontare tutto al barbiere, ma sa che qualsiasi racconto non sarebbe adeguato : ‘Gnei avrebbe potuto dar libero corso alla sua euforia, l’unico cui poteva confidare il suo segreto. Anzi, con lui avrebbe potuto esagerare un po’, parlare della sua avventura di quella notte come d’un fatto per lui abituale.’ [L’avventura di un impiegato p. 39]
Sebbene non si possa dire che la donna con cui il protagonista ha appena passato la notte sia ispirata ad Elsa de Giorgi – ma semmai solo una donna che potrebbe essere lei e che poi diventerà lei, dato che il protagonista se ne è innamorato – si può però sempre affermare che Gnei è un’altra delle tante figure in cui Calvino ha ridisegnato se stesso. Vi è anche qui il contrasto tra l’esaltazione amorosa e la pratica impiegatizia che pur viene vissuta dal protagonista con passione: l’abituale pratica burocratica del disbrigo d’indifferente corrispondenza, in confronto alla “bellezza vertiginosa da cui s’era appena staccato”, mettono in risalto il fatto che “l’urgente innamoramento per la bella signora”, da lì in poi, non avrebbe potuto più avere requie. Tutto quello che è stato detto e scritto finora su Calvino e la De Giorgi trova in questo breve racconto, senza farlo apposta, alcuni elementi d’origine: c’è il protagonista che si presenta senza un fascino particolare, il fatto che sia un uomo dall’apparenza discreta e un po’ anonima, che sia un uomo metodico; vi è il timore che un’eventuale proseguimento della relazione avrebbe comportato problemi troppo imbarazzanti per il suo tenore di vita abituale; c’è poi l’atmosfera di “straordinarietà e ricchezza” in cui si trovava dopo la notte d’amore e in ultimo, l’innamoramento per la donna che “gli era parsa una rivelazione nuova e aveva aperto immense possibilità d’amore sconosciute”. Sono tutti elementi che si ritrovano qua e là nei racconti scritti sulla De Giorgi e nelle carte destinate a lei. Il collegamento con il racconto del viaggiatore viene fornito anche dal testo stesso: Enrico Gnei si contempla i segni di stanchezza sul viso allo specchio, ma è un viso qualunque, un viso “normale, come quello d’un viaggiatore sbarcato dal treno all’alba.”. Quindi, sia che il protagonista sia un Enrico Gnei stanco per una notte d’amore passata o che sia un Federico V. stanco per una notte trascorsa in treno in attesa di vederla, in entrambi casi, si tratta di un alterego calviniano. Sembra quasi di poter vedere un personaggio X che, durante la sua quotidianità, lavora in una grigia città (Torino) e che alcune volte viene raggiunto dalla sua amata Y (La nuvola di smog) per passare con lei una notte straordinaria (L’avventura di un impiegato) e altre volte invece prende lui il treno per raggiungerla (L’avventura di un viaggiatore) nella sua città (Roma). Fuori dal grigiore quotidiano, X e Y passano le vacanze al mare (L’avventura di un poeta). Ecco che si tratteggiano, in questo modo, i movimenti dei due amanti narrati dal carteggio amoroso.
4.3.2 L’avventura di un viaggiatore
A differenza del racconto precedente, il fatto che la storia del viaggiatore sia stata scritta nel 1958 ci permette di poter ricollegare con maggior certezza gli elementi presenti all’interno del testo con la storia tra Calvino e la De Giorgi. Federico V. ne “L’avventura di un viaggiatore” <152, “abitante di una città dell’Italia settentrionale”, altro non è quindi che il Protagonista <153 de “La nuvola di smog”, il quale, invece di essere descritto nel suo appartamento polveroso di una città inquinata, questa volta viene descritto durante il suo viaggio in treno per andare a trovare la sua amata Cinzia U. “residente a Roma” che, a sua volta, altro non è che la Claudia amata dal Protagonista e altro non può essere che la De Giorgi, che veniva raggiunta in treno dallo scrittore ogni weekend.
Anche l’avventura di Delia e Usnelli (in “L’avventura di un poeta”) rappresenta proprio la messa in scena dei vagheggiamenti di Calvino, del Protagonista e di Federico V. che, soffocati dagli affanni della vita grigia e dallo squallore degli scompartimenti del treno, si lasciano andare a pensieri di libertà fisica, di mare, di nudità, di nuoto che hanno come culmine l’abbraccio dell’amata (Elsa, Claudia e Cinzia) “somma di tutto il bene dell’esistere” […]
[NOTE]
148 Dall’Introduzione di Claudio Milanini in I. Calvino, Lettere (1940-1985), a cura di L. Baranelli, Meridiani Mondadori, Milano, 2000. pp. XXXV-XXXV
149 M. Corti, Un eccezionale epistolario d’amore in Vuoti del tempo, Bompiani, Milano, 2003, pp. 149-150 (contenuto anche in G. Bertone, Italo Calvino: a Writer for the Next Millennium. Atti del Convegno Internazionale di Studi)
150 Per le citazioni verrà fatto riferimento alla ristampa del 2014 di I. Calvino, Gli amori difficili, Oscar Mondadori
151 “Colours, landscapes and the senses in Difficult Loves” di Martin McLaughlin in M. McLaughlin e L. Waage Petersen, Image, Eye and Art in Calvino, Legenda 2007
152 Nel saggio “Colours, landscapes and the senses in Difficult Loves” di Martin McLaughlin in M. McLaughlin e L. Waage Petersen, Image, Eye and Art in Calvino, Legenda 2007 a pag. 33 parlando de L’avventura di un viaggiatore si dice che: “è l’unica storia che è fuori dall’ordine cronologico nella collezione del 1958. È il settimo di nove racconti, probabilmente perché in questo modo viene ad occupare un posto simmetrico a quello del terzo racconto, quello dell’impiegato, e così la sua posizione riflette il contrasto speculare tra i due racconti: l’avventura di un impiegato inizia dopo la sua notte di passione tanto quanto il racconto dell’avventura di un viaggiatore finisce prima dell’amoroso incontro tra Federico V. e Cinzia U. a Roma. Ci sono anche collegamenti tra l’avventura di un viaggiatore e la prima storia, quella del soldato: anche questo racconto ha luogo all’interno di uno scompartimento e viene posta una considerevole enfasi alla dimensione tattile – “lo squallore dello scompartimento, il velluto qua e là logoro, il sospetto di polvere in giro, la smunta consistenza delle tende nei vagoni di vecchio tipo gli comunicavano un senso di tristezza” e certamente ci sono pochi colori e piccoli paesaggi finché il viaggio di Federico prende luogo di notte. (…) Per tutta la durata della storia c’è una piccola luce, nonostante non sia buio pesto: “Spense nella penombra azzurra della lampadina di sicurezza, si mosse ancora per chiudere le tendine del finestrino, o meglio per socchiuderle, perché qui lasciava sempre uno spiraglio: gli piaceva al mattino avere un raggio di sole in camera.”. Quest’ultima frase è molto significativa in italiano per il fatto che contiene un gioco di parole: ‘raggio di sole’ è anche l’anagramma quasi esatto di Elsa De Giorgi, l’amore di Calvino al tempo in cui fu scritto il racconto. (…). Quindi anche se la storia fa parte di una serie di avventure in terza persona, in realtà contiene, come tutti le opere di Calvino fanno, alcuni elementi autobiografici: come Federico V., anche Calvino regolarmente passava la notte in treno da Torino a Roma per raggiungere Elsa De Giorgi. Lui sembra alludere alle numerose lettere che scrisse all’amata in quel periodo, nonché il contrasto nei personaggi tra i due.”
153 Anche Federico V. viene connotato dalle stesse preoccupazioni del Protagonista quando ripensa alla sua vita trascorsa faticosamente: “Durava un attimo e subito l’assaliva una stretta: lo squallore dello scompartimento, il velluto qua e là logoro, il sospetto di polvere in giro, la smunta consistenza delle tende dei vagoni di vecchio tipo, gli comunicavano un senso di tristezza (…)” da L’avventura di un viaggiatore, pag. 60 in I. Calvino, Gli amori difficili, Mondadori, 2014
Eugenia Petrillo, Italo Calvino ed Elsa De Giorgi: l’itinerario di un carteggio, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Padova, Anno Accademico 2014-2015