L’estrema destra europea ha fornito manovalanza attiva a una specie di continuazione della Guerra Fredda

L’OAS fu un’agguerrita organizzazione oltranzista e terrorista di estrema destra fondata nel 1961 dal generale Raoul Salan. Appena pochi anni prima insieme al generale Jaques Massu, Salan aveva costituito ad Algeri un Comitato di Salute Pubblica, che aveva minacciato un vero e proprio colpo di stato, nel 1958, contro il governo francese, incapace, secondo loro, di difendere gli interessi dei cittadini francesi in Algeria.
Sconfitta sul piano politico proprio dal ritorno alla guida del paese del generale de Gaulle, l’OAS accentuerà le azioni terroristiche e sanguinosi attentati che culmineranno con l’omicidio del sindaco di Evian, Camille Blanc, il cui unico torto era stato che nel suo comune erano stati firmati gli accordi di pace tra il governo francese e gli indipendentisti algerini (il Fronte di liberazione nazionale).
Le azioni terroristiche dell’OAS s’intensificheranno in quegli anni non solo sul territorio algerino ma anche su quello francese, contro sedi ed esponenti del partito comunista ma anche contro lo stesso De Gaulle. Secondo fonti ufficiali della polizia francese tra il 1961 e il 1962, l’OAS avrebbe ucciso oltre 2700 persone, di queste, 2400 algerine.
La vicenda si concluse, in Francia, con 44 condanne a morte di cui solo 4 eseguite. Molti dei principali esponenti si rifugiarono in Spagna e Portogallo (protetti dai regimi fascisti dell’epoca) e probabilmente continuarono a svolgere ruoli oscuri in stretto rapporto con alcuni settori dei servizi segreti italiani o americani <35.
Non c’è alcun dubbio che i vari esponenti clandestini della direzione dell’OAS siano stati reclutati per azioni costanti di destabilizzazione contro la sempre più determinata politica di autonomia del generale de Gaulle dalla strategia degli Stati Uniti in Europa. Già nel 1959, infatti, la flotta francese ormeggiata nel Mediterraneo si ritirò dal Comando NATO e nello stesso anno il generale annunciò il netto no allo stoccaggio in Francia di armi nucleari americane.
Mentre era del 7 marzo del 1966 la famosa lettera del generale de Gaulle al presidente degli Stati Uniti, Lyndon Johnson, che sanciva la svolta tra i due paesi in termini assolutamente espliciti: “La Francia si propone di recuperare sul suo ruolo l’intero esercizio della sua sovranità attualmente ostacolata dalla presenza permanente di elementi militari alleati o dell’utilizzazione che viene fatta del suo spazio aereo” <36.
E’ oramai ampiamente documentato da numerose fonti storiche <37 che la scelta di riaffermare una sempre più marcata autonomia francese dalle strategie americane impegnate a garantire al contrario il mantenimento dell’Europa Occidentale (e del Mediterraneo in particolare) nella sfera d’influenza atlantica, accentuò una serie di iniziative più o meno trasparenti, da parte dei servizi americani, che da una parte avrebbero dovuto contrastare le scelte politiche del generale de Gaulle, dall’altra accentuare il permanere di regimi autoritari filo americani nell’area del mediterraneo.
Una vera e propria organizzazione nera che si riuniva periodicamente a Madrid o Lisbona e che consentiva una costante frequentazione tra i vari esponenti della destra radicale europea; in particolare tra gli ex dirigenti dell’OAS e gli italiani di Ordine Nuovo o Avanguardia Nazionale.
In Italia, infatti, con la nascita del centro-sinistra, le ambizioni politiche della destra (del MSI in primo luogo), di condizionare le vicende parlamentari cercando di fornire una sponda alle correnti della Democrazia Cristiana, insofferenti del rapporto con i socialisti, diventarono sempre più velleitarie. Sia vecchi esponenti del regime, insofferenti del moderatismo del gruppo dirigente del MSI, sia giovani che contrastavano nelle scuole e nelle università un crescente movimento di contestazione, trovarono in questa organizzazione nera i collegamenti e le idee che caratterizzeranno, tragicamente, da li a poco gli anni definiti della strategia della tensione.
Com’è stato autorevolmente scritto l’estrema destra europea ha fornito manovalanza attiva a una specie di continuazione della Guerra Fredda, una guerra a bassa intensità, dove ora settori deviati dei servizi segreti, ora esponenti delle ambasciate americane, cercavano di gestire episodi eversivi allo scopo di impedire che le politiche di autonomia di de Gaulle in Francia o le velleità riformiste del Centro Sinistra in Italia offrissero opportunità alla penetrazione dell’URSS in questa parte d’Europa.
Non solo ma proprio il processo di decolonizzazione che in maniera inarrestabile stava caratterizzando le sorti dei paesi del Nord-Africa forniva nuove ragioni di scontro e rendeva il controllo del Mediterraneo tema strategico della politica internazionale.
Nell’economia della nostra ricerca, è sufficiente solo sottolineare come in questa fase (che possiamo collegare tra la metà degli anni ‘60 e i primi anni ‘70) la destra estrema accentuerà la sua marginalità politica.
[NOTE]
35 P. Henissart, OAS. L’ultimo anno dell’Algeria francese, Garzanti, 1970
36 Ibidem
37 G. De Lutiis, I servizi segreti in Italia, Sperling & Kupfer, 1984
Valentina Marini Agostini, La destra radicale nel dopoguerra: un confronto tra Francia e Italia, Tesi di Laurea, Università Luiss “Guido Carli”, Anno Accademico 2015-2016

Questo documento è strettamente connesso all’operazione Chaos, che nasceva con lo scopo di portare a compimento l’infiltrazione in gruppi dell’estrema sinistra extraparlamentare in diversi paesi europei e che, dal punto di vista temporale, era perfettamente coincidente con il Field Manual la cui stesura definitiva è del marzo 1970 ma che riflette elaborazioni certamente anteriori <861. A questo proposito emerge la possibilità di un collegamento tra i diversi documenti e i diversi piani di azione che ha avuto nell’Aginter Press l’organizzazione con il ruolo operativo e di collegamento in Europa. Su questo punto il GI di Milano ha precisato:
“In sostanza è molto probabile che l’Aginter Press abbia funzionato come una sorta di sub-agenzia, sia in Africa e in Sud-America sia in Europa, incaricata delle azioni meno confessabili che dovevano essere eseguite senza una compromissione diretta di organismi ufficiali per non creare problemi nè nei rapporti fra Stati nè, eventualmente, nell’opinione pubblica […] In conclusione l’Aginter Press, lungi dall’essere una struttura lontana ed estranea, sembra essere stata uno dei “segmenti” che hanno fattivamente contribuito, in modo complementare (non potendosi contrapporre quella che è stata chiamata la “pista internazionale” alla “pista interna”), con l’intervento sia di strutture ufficiali sia di strutture apertamente illegali, a quella che nel nostro Paese è stata chiamata la “strategia della tensione” <862.
d) Un punto riscontrabile all’interno del FM 30-31, assume poi un significato tutto peculiare se contestualizzato all’interno della situazione italiana. “La mancanza di ordine pubblico è molto importante ai fini del diffondersi della rivoluzione. Crea infatti dubbi sulla capacità del governo di svolgere le sue funzioni, genera timori nella mente delle persone che vogliono sostenere il governo e incoraggiano un appoggio attivo o passivo all’insurrezione da parte di coloro che temono per la sua sicurezza e desiderano essere dalla parte di chi vincerà la lotta […] se con i metodi non violenti non raggiungono gli scopi desiderati ricorrono a misure più drastiche per incitare ad atteggiamenti di sottomissione o cooperazione nei confronti delle loro richieste. Le attività terroristiche si sono dimostrate particolarmente utili ai fini di un controllo sulla popolazione”. Queste affermazioni sembrano rispecchiare appieno quello che, nello stesso periodo, accade in Italia ad opera delle organizzazioni di destra estrema. In sostanza, il paragrafo dimostra fino in fondo la conoscenza da parte degli ambienti dell’esercito americano non soltanto della strategia di fondo del terrore, ma anche della sua efficacia.
Alla luce di queste considerazioni, si delinea in Italia “il quadro di uno Stato parallelo in cui civili, Carabinieri e militari italiani e militari americani risultano comunemente impegnati nella prima metà degli anni ’70 nel progetto di creazione di uno Stato “forte”, deciso ad impedire in qualsiasi modo una possibile vittoria elettorale della sinistra. Ne esce quindi il quadro del nostro Paese come uno Stato a sovranità limitata in cui le decisioni vengono concordate d’intesa con gli Alti Comandi di un altro Stato” <863.
[NOTE]
861 Il Piano Chaos ebbe inizio nel 1967 e terminò nel 1973.
862 I punti di contatto tra Aginter Press e strutture americane sono numerosissimi: “E’ poi estremamente probabile che l’Aginter Press disponesse di canali stabili di collegamento e di forme di reciproco aiuto con la Cia e altre strutture americane. Americano e reduce dal fallito sbarco a Cuba, alla Baia dei Porci, era Jay Simon Salby, detto Castor, uomo di fiducia di Guerin Serac sul piano operativo. Di stretta pertinenza delle strutture militari americane era l’esplosivo “C4” utilizzato per l’attentato all’Ambasciata d’Algeria a Bonn dell’estate del 1975. In uno degli appunti a firma Aristo, acquisiti ed esaminati nella perizia, questi scrive che, per esplicita affermazione di Guerin Serac, la struttura di Lisbona ha rapporti con la destra del Partito Repubblicano statunitense guidata dal senatore Goldwater e che i mezzi finanziari per le iniziative dell’Aginter Press in Africa provengono a Lisbona direttamente dagli Stati Uniti. Inoltre, in un documento del Sdci (servizi segreti portoghesi del periodo successivo alla Rivoluzione dei Garofani) acquisito da personale del Ros e steso nel 1975 sulla base di materiale appartenente all’Aginter Press e alla Pide, si annota che Robert Leroy, braccio destro di Guerin Serac con la sigla in codice T-BIS, dopo la sua scarcerazione a seguito dell’amnistia per i reati di collaborazionismo, si era specializzato nel contro-spionaggio e aveva raccolto, dal 1958 al 1966, informazioni per la Nato […] La diretta provenienza di gran parte del gruppo dirigente dell’Aginter Press dall’esperienza dell’Oas (uno dei cui punti fermi era, fra l’altro, la cooperazione tra civile e militari, come avrebbero tentato di fare in Italia On e i Nds) garantiva di per sè la massima affidabilità nel lavoro di infiltrazione e nelle “azioni coperte” e cioè le forme di lotta che, secondo la teoria della guerra non ortodossa, risultavano particolarmente idonee, sino alla metà degli anni ‘70, a fronteggiare l’insidia rivoluzionaria”. Sentenza-ordinanza del G.I. Salvini, 1998, cit. pp. 420-421.
863 Tribunale civile e penale di Milano, Sentenza-ordinanza del G.I. Salvini nel proc. pen. nei confronti di Azzi Nico ed altri, n.2643/84A R.G.P.M., N.721/88F R.G.G.I., 18 marzo 1995, p. 144.
Letizia Marini, Resistenza antisovietica e guerra al comunismo in Italia. Il ruolo degli Stati Uniti. 1949-1974, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Macerata, 2020