I finanziamenti di un ambasciatore americano

Nei primi mesi del 1970, gli eventi cileni e la sempre maggiore fragilità politica <901 portarono nuovamente le istituzioni americane a concentrare la loro attenzione sul caso italiano e sui paesi del Mediterraneo del Nord, con lo scopo di rendere più efficace l’azione dei governi in carica, ridurre la possibilità dei comunisti di entrare al governo e infine per migliorare l’efficacia della presenza statunitense in quelle aree <902. A questo proposito Nixon aveva avviato un programma di ricerca su Italia, Grecia and Spagna, per studiare le implicazioni dell’influenza statunitense a breve e medio termine. I risultati dell’indagine condotta spinsero l’ambasciatore Martin a maturare la necessità di un programma di aiuti che potesse sostenere i partiti di centro a discapito delle forze di sinistra <903. Al contempo, era necessario rinsaldare i contatti e le relzioni con l’Esercito e le forze di sicurezza. Il 25 ottobre il generale Marchesi incontrò il capo di stato maggiore dell’esercito statunitense, il generale Westmoreland, e gli esprimeva il malcontento diffuso tra i militari italiani, ribadiva la necessità per le forze dell’ordine di dare forza ai partiti democratici nella lotta al comunismo, e si auspicava l’aiuto e il sostegno delle forze americane in questo senso <904. La stretta relazione venutasi a stabilitare con l’ambiente militare italiano emerge anche in un documento del 21 dicembre, in cui si legge: “Abbiamo stabilito una relazione di crescente intimità e fiducia con l’establishment militare italiano, che si è già dimostrata molto fruttuosa nell’espandere sensibilmente la nostra copertura di intelligence. Ha anche permesso di stabilire una struttura per il loro uso quale ultima risorsa, nel caso una tale “soluzione” dovesse mai divenire necessaria. Può essere confortante registrare la mia conclusione che, se il presidente dovesse chiedermi una “soluzione” militare in Italia, sarei ragionevolmente certo di poterne produrre una, e proverò a mantenere e migliorare la mia capacità di farlo. Tuttavia, considererei questo genere di soluzione come una importante sconfitta per la politica americana dato che sono convinto che abbiamo la capacità di guidare e influenzare l’evoluzione politica italiana verso un risultato soddisfacente senza la necessità di questa misura estrema” <905.
In sostanza, se le condizioni l’avessero reso necessario, gli Stati Uniti avrebbero appoggiato un colpo di Stato militare in Italia. Allo stato dei fatti, tuttavia, non ve ne era un reale bisogno, e gli Stati Uniti possedevano ancora un ampio margine di manovra per influenzare il corso della politica italiana verso il centro con interventi più morbidi ma altrettanto efficaci. Il riferimento qui era ad un’operazione di aiuti clandestini, che oltre a sostenere i partiti di centro avrebbe convinto gli italiani della serietà delle intenzioni americane, offrendo al contempo anche una risposta alle critiche per il supposto disimpegno di Washington in Italia. Il progetto di Martin volto a richiedere ed ottenere un piano di finanziamenti occulti da destinare ai partiti di centro italiani, produsse uno iato senza precedenti tra il Dipartimento di Stato, per cui un intervento diretto era pleonastico e controproducente, e la Casa Bianca, per cui era invece necessaria un’azione psicologica in Italia <906. Scontri tra le diverse istituzioni americane si verificarono anche nella gestione degli aiuti: in particolare tra Martin, che desiderava occuparsene personalmente, e la Cia, che lamentava l’eccessiva autonomia dell’ambasciatore e l’esposizione da parte di quest’ultimo a gravi rischi nel caso in cui fosse stato scoperto <907.
Dopo un iter lungo e travagliato, l’ammontare degli aiuti deliberati per l’Italia corrispose a 11,8 milioni di dollari e a Martin fu comunque accordata la piena autonomia nel gestirli. L’ambasciatore, che ripartì gli aiuti anche in modo spregiudicato, destinò 3,4 milioni ad un grande partito (con tutta probabilità la Dc), 3,4 milioni ad un’organizzazione creata e supportata dalla Cia, 1,3 milioni ad altre organizzazioni. Inoltre importanti somme furono erogate a diversi parlamentari ed esponenti dei servizi segreti, tra cui anche Vito Miceli, di cui erano noti i legami con la destra estrema, che ricevette circa 800 milioni di dollari per organizzare campagne di propaganda e controinformazione. Una parte consistente del finanziamento venne infine investito per influenzare le elezioni presidenziali del 1971, in quanto un presidente filoamericano era necessario per indirizzare la politica italiana verso temi di interesse occidentale, e che vide l’elezione di Giovanni Leone con i voti determinanti del Msi <908. Degli 11,8 milioni di dollari stanziati, soltanto 9 erano stati effettivamente spesi. I restanti furono messi da parte per iniziative future e non meglio specificate <909.
I finanziamenti erogati da Martin produssero i primi effetti già a partire dall’estate 1972. Le elezioni amministrative parziali del 13 giugno si conclusero infatti con risultati che spingevano le forze politiche italiane più a destra, per un ritorno dell’ordine e della stabilità. In generale, il Msi ebbe un grande successo, in quanto riuscì a raddoppiare o triplicare i voti a spese della DC e dei liberali nelle maggiori città italiane. Incise senz’altro su questo risultato la legge sui fitti rustici (approvata nel gennaio 1971, col favore del PCI), che aveva danneggiato molti proprietari e avvantaggiato affittuari e mezzadri, in quanto aveva mantenuto bassi i fitti delle proprietà agricole. Ma, più in generale, uno dei mtoivi che aveva causato la crescita del Msi era il timore diffuso nell’opinione pubblica moderata, che il centro-sinistra potesse aprire ai comunisti. Va comunque ricordato che il giudizio degli Stati Uniti sul Msi era rimasto abbastanza cauto, nonostante i vari tentativi di accreditarsi come interlocutore ideale, gli Stati Uniti non lo presero mai in considerazione come partner affidabile e la prospettiva che vincesse le elezioni era ritenuta funzionale soltanto nella misura in cui offriva un nuovo strumento per incrementare la pressione sulla Dc <910. Non c’è dubbio, tuttavia, che posti di fronte all’esigenza di scegliere tra un governo comunista o uno di destra, in una situazione di pericolo estremo gli Stati Uniti scegliessero quello di destra <911.
[NOTE]
901 Frus, 1969-1976, vol. XLI, Memorandum From the President’s Assistant for National Security Affairs (Kissinger) to President Nixon, Italian Political Situation, Washington, February 12, 1970, p. 646, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1969-76v41/pg_646.
902 Frus, 1969–1976, vol. XLI, National Security Study Memorandum 88, US Policy on Italy and the Northern Mediterranean, Washington, 12 febbraio, 1970, p. 115, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1969-76v41/pg_115.
903 Frus, 1969–1976, vol. XLI, Backchannel Message From the Ambassador to Italy (Martin) to the President’s Assistant for National Security Affairs (Kissinger), Rome, 22 aprile, 1970, pp. 648-51, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1969-76v41/pg_648; Frus, 1969-1976, Memorandum From the Assistant Secretary of State for European Affairs (Hillenbrand) to the Under Secretary of State for Political Affairs (Johnson), Washington, 13 maggio 1970, Italy: Ambassador Martin Recommends providing [less than 1 line not declassified] to assist moderate Leadership and strengthen Organization of [less than 1 line not declassified] beginning with Regional and Administrative Elections on June 7, 1970, pp. 652-54, https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1969-76v41/pg_652; Frus, 1969-1976, vol. XLI, Response to National Security Study Memorandum 88, U.S. Policy Toward Italy (NSSM 88), Washington, 11 giugno, 1970, pp. 656-59, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1969-76v41/pg_656.
904 L. Guarna, Richard Nixon e i partiti politici italiani, cit. p. 178.
905 Ibid. p. 179, la versione del documento con alcuni omissis è in Frus, Backchannel Message From the Ambassador to Italy (Martin) to the President’s Assistant for National Security Affairs (Kissinger), Rome, 21 dicembre, 1970, pp. 686-688, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1969-76v41/pg_686.
906 Frus, 1969–1976, vol. XLI, Memorandum From the Chief of the European Division, Directorate of Plans, Central Intelligence Agency (Roosevelt) to Director of Central Intelligence Helms, Status of the Political Action Program for Italy, Washington, 13 ottobre, 1972, pp. 734-736, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1969-76v41/pg_734; L. Guarna, Richard Nixon e i partiti politici italiani, cit. p. 93.
907 Il Rapporto sulla Cia che Ford voleva tenere segreto, in Panorama, n. 514, pp. 19-22.
908 Cia, Italian Politics: the Approach to New Presidential Elections, 24 settembre 1971.
909 Frus, 1969-1976, vol. XLI, Memorandum From the President’s Assistant for National Security Affairs (Kissinger) to President Nixon, The Current Scene in Italy, Washington, 22 gennaio, 1971, pp. 690-692, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1969-76v41/pg_690; Frus, 1969–1976, vol. XLI, Memorandum for the Record, Minutes of the Meeting of the 40 Committee,Washington, March 10, 1971, pp. 701-703, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1969-76v41/pg_701.
910 E. Ortona, Anni d’America. La cooperazione, cit. pp. 308-310; L. Wollemborg, Stelle, strisce, tricolore, cit. pp. 270-285
911 “Between 4:50 and 5:06 p.m., April 4, 1972, President Richard Nixon and President’s Assistant for National Security Affairs Henry Kissinger met with the departing French Ambassador Charles Lucet. In the course of a discussion of U.S.-French relations, the conversation turned to Italy, Lucet’s next Ambassadorial assignment. The President told Lucet, “I would appreciate your keeping in close touch” with U.S. Ambassador Graham Martin, who was “a very intelligent fellow. Not a very great social fellow, but he’s very intelligent—knows things.” He continued: “We all have an interest in a strong Italy. I mean, we really have, keeping it—keeping that country from—I mean, they’re such fine people, but just that lack of leadership. That’s what they need.” Kissinger added: “And, there may be a coup there if this chaos continues.” Nixon queried: “Who? Who would go along? The Left—?” Kissinger interrupted: “Either the Right or the Left.” The President then replied: “Well, let’s hope to God it’s the Right.” The conversation concluded shortly thereafter. (National Archives, Nixon Presidential Materials, White House Tapes, Conversation 702–7) The editor transcribed the portion of the conversation printed here specifically for this volume”. Frus, 1969-1976, vol. XLI, Editorial Note, p. 734, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1969-76v41/pg_734.
Letizia Marini, Resistenza antisovietica e guerra al comunismo in Italia. Il ruolo degli Stati Uniti. 1949-1974, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Macerata, 2020