Solo sino ad Alassio

Un viaggio in treno da Milano all’inizio di una ormai lontana estate. Per me si trattava di un ritorno a casa, a Ventimiglia (IM). Nello scompartimento ebbi la fortunata opportunità di sedermi vicino a Carlo Levi, che poi scese ad Alassio (SV), dove, sulle alture, aveva casa e ricordi d’infanzia. Un distinto signore molto elegante nel suo abito di lino chiaro. Io insistetti ingenuamente a dirgli che in quella cittadina era nata mia madre. Lo spessore umano di un personaggio che si lasciava tormentare dalle domande del sottoscritto. Entrambi reduci da una Conferenza dell’Emigrazione, svolta in una bella villa sul Lago di Como. Lui dirigente di quel sodalizio e grande relatore con un discorso intriso di splendide e commoventi immagini. Io semplice spettatore. In vettura, ma lo comprenderò (mi è capitato con altri personaggi importanti) una volta di più anni dopo, mi impartì una lezione di vita. E di autentica Storia. Non si lasciò andare ai ricordi di “Cristo si é fermato ad Eboli”. Tutt’al più mi parlò delle sue prove artistiche di pittore. Mi fece toccare con mano con la sua narrazione di fatti apparentemente minuti il profondo significato di essere degni cittadini.

Carlo Levi nel 1947 (foto di Carl Van Vechten)
Fonte: Wikipedia
 Piastrella con l’autografo di Carlo Levi sul Muretto di Alassio – Fonte: Wikipedia
Particolare di Lucania 61, Telero di Carlo Levi, Matera, Palazzo Lanfranchi, Museo nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata
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