Quella volta a Roquebrune

Il Castello di Roquebrune, un tempo nota come Roccabruna.

Nel Comune di Roquebrune Cap Martin, dipartimento francese delle Alpi Marittime, Costa Azzurra.

Ed ecco come si ammira la punta di Cap Martin, che da Ventimiglia (IM) e da Bordighera (IM) sembra a portata di mano, da lassù, dai 300 metri sul mare. Mentone, a sinistra, vale a dire a levante, non é lontana.

Quella volta ero salito a Roquebrune con N. in un tardo pomeriggio dell’agosto di sei anni fa… lui, che nei suoi circa quarant’anni di vita passata nel Milanese aveva girato il mondo, non c’era mai stato…

A vent’anni eravamo più interessati, invero, ad usare un eufemismo, alla storia del mondo contemporaneo, piuttosto che a quella remota dei luoghi a noi circostanti. Tra parentesi, N. mi  richiamò alla memoria che l’abitudine di discutere con accanimento di massimi sistemi a quei nostri giovanili tempi veniva da noi esercitata con altre persone. Anche in viaggi in automobile verso il capoluogo francese delle Alpi Marittime, per cui spesso la sera si andava non solo a Montecarlo, ma pure a… Nizza.
Del resto quella fortezza, sinché non venne usuale recarsi in Costa Azzurra per autostrada, era una visione obbligata, in particolare al ritorno in Italia.
Di tante cose su cui, tra una conversazione e l’altra, ci soffermammo, mi viene ora da sottolineare, scorte dietro una grata, una balestra ed una cassapanca, credo, d’epoca: né i pannelli illustrativi né il depliant, allegato al biglietto d’ingresso, erano chiari in proposito. Appena inquadrata, la silhouette di un armigero: ce ne erano altre. Da un’altra mia visita ricordavo una sorta di archibugio, che non ho più notato: ma era già malandato…
Per quanto attiene la storia mi limito a rammentare che su Cultura-Barocca ho trovato che il baluardo era stato eretto su un precedente Castellaro Ligure. E che la Chiesa di Santa Margherita era in origine una “Cappella di via”,  eretta per i pellegrini di fede, poi, più volte modificata per impulso dei Grimaldi, con un grande concorso di popolo nel 1776.
Preferisco fare un po’ di… cronaca. Quel giorno io e N., fermati in un carruggio da una domanda di una gentile signora anziana, venivamo intrattenuti anche, a formare a quel punto pure un simpatico conciliabolo, da un artista del legno (bravo, in verità), il quale, dopo aver dichiarato che i suoi nonni erano arrivati in zona da Umbertide, Umbria, sciorinava a modo suo le vicende del villaggio, ma senza sbagliare nulla – come poi ho verificato -, anzi, aggiungeva che Roquebrune era stata venduta ai Grimaldi direttamente dal Conte di Provenza. Io, invece, mi sentii in obbligo… morale di esternare a tutti gli astanti che sapevo di una vecchia, forte emigrazione (che in qualche misura ho frequentato) da Città di Castello (sempre Umbria!) al dipartimento in oggetto.
Infine, non resisto al gusto della celia. Nella fantasia di Salgàri, come é noto e come accennai (sic!) in altri post (forse da riprendere in qualche maniera !?!), il Corsaro Nero era Conte di Ventimiglia, di Roccabruna e di Roccasparviera. Mentre nella mia natale città, Ventimiglia (IM), si abbonda di riferimenti, anche in chiave turistica, a tale avventuroso personaggio, a Roquebrune pensano a tenere lindo ed ordinato il centro storico: tanto, come sosteneva sempre quel vecchio artigiano, sono già fin troppi i visitatori indotti dalla vicina Montecarlo