Il motivo c’è se mi tornano in mente “fuori stagione” le Pasquette di quando ero bambino. Risiede nella recente, casuale, ma affettuosa circolazione in ambito familiare di questa fotografia, che riprende me ed i miei fratellini (nostra madre si intravvede appena) in una di quelle richiamate ricorrenze, in una campagna vicina all’abitazione della nonna materna a Bordighera (IM).
Erano veramente altri tempi. Nel ricordo mi stupisce ancora la gioia provata allora per la degustazione di semplici cose quali le uova sode ed i salamini alla cacciatora, per la scoperta delle semplici sorprese contenute nelle uova di cioccolato, per la presenza di tanti cari, compresi amici adulti.
Fu così per diversi anni.
E poi scomparve quasi del tutto anche quella boscaglia, circondata da una bella Pineta, la quale dava il nome a tutto il sito su quella collina.
Ancora prima eravamo andati talora al Santuario della Madonna delle Virtù di Ventimiglia, dove non sono più tornato. Un luogo mitico per tanti abitanti della città di confine. Un luogo che è tornato anche nei racconti di un’amica d’infanzia, che abita tuttora nella zona dove stava mia nonna: quando si dicono le combinazioni!
Già da ragazzo, tuttavia, per non dire da adulto, andavo a trascurare i picnic delle Pasquette.
Mi é capitato qualche volta di fare “celebrazioni” alternative, come quando (l’ho già raccontato!) mi ritrovai dodicenne, assieme a mio fratello, in una stradina di Camporosso (IM), in sponda sinistra del torrente Nervia, pressoché alla foce, a tirare quattro calci al pallone e a farmi portare per diporto su di un Apetta a motore in compagnia di giovanotti più grandi di me, i quali, con tutta evidenza, quel giorno non avevano potuto contare su grandi alternative.
L’ultimo anno di Liceo un pranzo in trattoria con i compagni di classe a Varase, frazione di Ventimiglia.
L’anno dopo una gita in buona compagnia sino ad un casone in collina tra Camporosso e Dolceacqua. Dove mi sarebbe piaciuto tornare. Ma l’ospitante di allora, rivisto da non molto, mi disse che quell’ameno rifugio era stato da tempo venduto dalla famiglia.
L’ultima merenda su prato per una Pasquetta devo averla fatta a vent’anni, ma non riesco a trovare l’unica sbiadita fotografia dell’evento…
Per combinazione ieri pomeriggio ritrovandomi a Ventimiglia (IM) in buona e varia compagnia dopo la presentazione del recente bel libro (io ne ho già letto anni fa la prima versione!) di Maristella Lippolis, già con me in classe al Ginnasio, un’altra ex compagna di scuola mi faceva un casuale accenno ad immagini di Pasquette di quegli anni ormai lontani. Anche se non rammentava la puntata a Varase. In ogni caso dovrei essermi garantito da parte sua il prossimo invio di fotografie che mi mancavano…