Uno dei più efferati eccidi di ebrei avvenuti in territorio italiano

Memoriale della strage degli ebrei del settembre 1943 in Meina. Fonte: ISRN art. cit. infra

Tra il 15 settembre e l’11 ottobre 1943, le attuali province di Novara e del Verbano Cusio Ossola (e particolarmente la sponda occidentale del Lago Maggiore) videro perpetrarsi uno dei più efferati eccidi di ebrei avvenuti in territorio italiano. L’eccidio di 57 persone fu compiuto da soldati del 1° Battaglione SS del 2° Reggimento della Divisione corazzata Leibstandarte “Adolf Hitler”, per iniziativa personale, a scopo di rapina o per puro sadismo, dei comandanti le 4 compagnie provenienti da Verona e di stanza in quei luoghi. Portata a termine l’occupazione del territorio italiano, secondo i piani prestabiliti ben prima dell’8 settembre 1943, nemmeno una settimana dopo la firma dell’armistizio venne effettuata nelle più note località rivierasche del lago una vera “caccia all’ebreo”, che si concluse con lo sterminio di uomini, donne, vecchi e bambini assolutamente innocenti. Le vittime accertate della strage furono 57: della maggioranza di loro non si è saputo più nulla perché non fu possibile ritrovarne i corpi, gettati nel lago o sepolti in località diverse: a quel numero si è arrivati dopo faticose ricerche (il processo non si occupò di fatti che vennero alla luce solo in seguito), ma non è da escludere che altre persone abbiano subito la stessa sorte. In tempi diversi vennero ritrovate salme di donne e ragazze anche a Fondotoce, Ghiffa, Invorio e, in una fossa comune, di 5 o 6 persone, a Pallanza. Gli ebrei rastrellati e uccisi sul lago provenivano in prevalenza dalla Grecia, da altri luoghi occupati dai nazisti o da città come Milano e Torino: quasi tutti speravano di poter passare il confine con la Svizzera.
(a cura di) Aa.Vv., Il Piemonte nella guerra e nella Resistenza: la società civile (1942-1945), Consiglio Regionale del Piemonte, 2015

22/23 settembre 1944
MEINA (Novara)
Nella notte tra il 22 e il 23 settembre un reparto di SS si presenta al Grand Hotel, dove sono rifugiate alcune famiglie ebree in attesa di poter passare in Svizzera. Si tratta complessivamente di 16 persone. 12 di queste vengono uccise nella stessa notte, nel salone dell’albergo, con un colpo di pistola alla nuca. Gli altri 4, un vecchio nonno con 3 nipotini, all’alba sono fatti salire su di una barca, trasportati al centro del lago Maggiore e, quindi affogati.
n.d.r.

E’ la prima strage di ebrei perpetrata in Italia ed è consumata da reparti provenienti dal fronte orientale e quindi non nuovi a questo genere di operazioni.
La strage avviene nei giorni immediatamente successivi all’occupazione tedesca e pare credibile che non si tratti di un’operazione pianificata ma di un’iniziativa dei comandanti delle 4 compagnie che aveva come finalità la rapina dei beni delle vittime.
I militari giungevano da Verona e perpetrarono la strage in più giorni: i primi rastrellamenti, le prime uccisioni a colpi di chiave inglese e di armi da fuoco e le prime fucilazioni ebbero luogo a Baveno dove ci furono 14 vittime.
Il 15 settembre i tedeschi irruppero nell’Hotel Meina e imprigionarono nelle loro camere gli ospiti ebrei.
Tra il 22 e il 23 settembre i 16 ostaggi vennero uccisi a gruppi, alcuni con armi da fuoco, altri annegati a colpi di remo.
Lo stesso giorno, ad Arona, vennero rastrellati e uccisi 9 ebrei, a Mergozzo 3 e a Orta 2.
Il giorno successivo a Stresa subirono la stessa sorte altri 4 ebrei
Arona:

15 settembre 1943, rastrellamento

16 settembre 1943, uccisione
Meina:

15 settembre 1943, rastrellamento

22 e Giovedì 23 settembre 1943, uccisione
Stresa:

16 settembre 1943, rastrellamento
Baveno:

13 settembre 1943 inizia il rastrellamento nelle ville “Il Ruscello” e “Il Castegneto”

14 settembre 1943, prime fucilazioni nella spiaggetta della villa “Il Ruscello”

15 settembre, uccisione

22 settembre 1943, uccisione
Pian Nava (nei pressi di Premeno):

17 settembre 1943, uccisione
Mergozzo:

15 settembre, uccisione
Orta:

15 settembre, uccisione
Gli ebrei rastrellati e uccisi sul Lago provenivano in prevalenza dalla Grecia, da altri luoghi occupati dai nazisti o da città come Milano e Torino: quasi tutti speravano di poter passare il confine con la Svizzera.
[…] Gli imputati vennero condannati dal Tribunale di Osnabruck tra il gennaio 1968 e il luglio 1969: gli ufficiali all’ergastolo e i sottoufficiali a pene minori. Il 17 aprile 1970 la Corte Suprema di Berlino annulla le condanne perché il reato è caduto in prescrizione.
Valerio Pulga, Episodio di Stresa, 22.09.1943, Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia

[…] Quello consumatosi tra i nove comuni piemontesi è il primo eccidio di civili ebrei in Italia e numericamente è inferiore solo, per vittime di religione ebraica, a quello delle Fosse Ardeatine. Verificatosi immediatamente dopo l’annuncio dell’armistizio, le sue dinamiche non sono ancora del tutto chiare e la sua memoria, che per anni è stata trasmessa in modo frammentario, ha iniziato solo di recente a diventare unitaria, anche grazie a una serie di iniziative avviate proprio con le celebrazioni del Settantesimo.
Nel settembre del 1943 nell’alto novarese erano presenti almeno un centinaio di ebrei appartenenti a tre diverse categorie: ebrei italiani residenti da tempo nelle diverse località; ebrei italiani sfollati da Milano, dalla Lombardia e da Torino a seguito dei bombardamenti e alloggiati nelle seconde case di loro proprietà, in affitto o in albergo; ebrei provenienti dall’estero (sia con cittadinanza italiana che con altro passaporto) e alloggiati soprattutto negli alberghi. Il gruppo più consistente di questi ultimi proveniva da Salonicco dove, nella primavera, era iniziata la deportazione in massa della comunità ebraica, con l’eccezione degli ebrei italiani che, con l’aiuto del Consolato italiano, poterono defluire verso Atene allora occupata dagli italiani.
Poco dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, le forze tedesche occuparono il territorio della provincia di Novara, che allora comprendeva anche l’attuale provincia del VCO. Sul lago la notte dell’11 settembre arrivò il 1º battaglione della Panzer-Division Waffen SS – LSSAH (Leibstandarte Adolf Hitler – Guardia del Corpo Adolf Hitler), che aveva già operato sul fronte dell’Europa orientale. Il comando venne installato all’Hotel Beaurivage di Baveno e vennero occupati i principali centri della costa piemontese del lago e dell’Ossola. Il rastrellamento degli ebrei iniziò a Baveno tra il 13 e il 14 settembre per proseguire nei giorni successivi in altre località. Furono in tutto 9 i comuni sul cui territorio si compì la strage: Arona, Baveno, Bée, Meina, Mergozzo, Novara, Orta, Stresa, Verbania e ad oggi sono 57 le vittime accertate, un numero che gli storici ritengono destinato a salire.
[…] A Meina avvenne l’episodio più noto, ma anche più complesso: sedici ebrei ospiti dell’Hotel Meina vennero prima identificati e trattenuti per alcuni giorni in una stanza e poi, in due notti successive (22 e 23 settembre), uccisi e gettati con zavorre nel lago, ad alcune centinaia di metri di distanza del paese. Alcuni corpi affiorarono dopo il primo giorno e vennero riconosciuti da abitanti del luogo. Il padrone dell’albergo, Alberto Behar e la sua famiglia, di nazionalità turca, anche se ebrei, dopo l’arresto iniziale poterono salvarsi per l’intervento diretto del Console della Turchia, paese allora neutrale.
Le vittime Marco Mosseri, di anni 55; Ester Botton, di anni 52; Giacomo Renato Mosseri, di anni 22; Odette Uziel, di anni 19; Dino Fernandez Diaz, di anni 76; Pierre Fernandez Diaz, di anni 46; Liliana Scialom, di anni 36; Jean Fernandez Diaz, di anni 17; Robert Fernandez Diaz, di anni 13; Blanchette Fernandez Diaz, di anni 12; Raoul Torres, di anni 48; Valerie Nahoum, di anni 49; Vittorio Haim Pompas, di anni 31; Vitale Cori, di anni 26; Lotte Froehlich Mazzucchelli, di anni 38; Daniele Modiano, di anni 51, sono ricordate in una stele posta lungo la Statale del Sempione, in corrispondenza del luogo dove avvennero le uccisioni e in una seconda stele attualmente collocata all’interno del Parco della Fratellanza, dove nel 2006 è stato anche collocato un pannello, oggi reso poco leggibile dalla prolungata esposizione, creato nell’ambito del progetto provinciale “I Segni della Memoria”. Dal 2009 le scuole cittadine sono intitolate ai fratelli Fernandez Diaz e dal 2013 all’interno del cortile delle scuole esiste un pannello esplicativo della storia dell’edificio scolastico e della sua intitolazione realizzato dai bambini della primaria in collaborazione con la sezione didattica dell’Istituto Fornara a conclusione del percorso didattico “Chi erano i Fratelli Fernandez Diaz?” .
Nel gennaio 2015, sull’area dove sorgeva l’Hotel dove i 16 furono arrestati e da cui vennero prelevati per essere uccisi, l’artista tedesco Gunter Demnig ha iniziato la posa delle Stolpersteine in memoria delle vittime. L’artista, dopo avere studiato l’eccezionalità di questo episodio locale della complessiva strage che ha toccato Arona, Baveno, Bée, Intra, Meina, Mergozzo, Novara, Orta, Stresa, ha deciso di rimuovere le tre Stolpersteine collocate a gennaio e aggiungere alle 16 pietre individuali una diciassettesima pietra “collettiva” che riassume la vicenda dell’arresto nello stesso luogo delle vittime, della loro prigionia e dell’uccisione dilatata nel tempo. […]
Redazione, Olocausto del Lago Maggiore, ISRN, Istituto Storico Resistenza Novara-VCO

Primo eccidio di ebrei sul territorio italiano dopo l’occupazione tedesca, seguita all’8 settembre 1943. Effettuato da un gruppo di SS agli ordini di Hans Krüger (SS-Obersturmfüher). Vittime della strage ebrei in prevalenza provenienti da Salonicco ma di cittadinanza italiana o sfollati da Milano. Gran parte di loro aveva trovato rifugio presso Meina, un paesino sul lago Maggiore e in altri paesi nelle vicinanze.
Il 22 settembre 1943 gli ebrei, dopo essere stati concentrati presso l’Hotel Meina, dove alcuni di loro già abitavano, vengono uccisi con un colpo alla nuca. I cadaveri sono gettati nel lago. Dopo l’assassinio del primo gruppo, le SS appesantiscono i corpi con pietre e catene per non far riaffiorare i cadaveri.
Il processo per gli eccidi è celebrato a Osnabrück (8 gennaio- 5 luglio 1968) e si chiude con due condanne all’ergastolo, ma il 17 aprile 1970 la Corte suprema di Berlino – su ricorso dei condannati – annulla la sentenza per prescrizione dei reati. Su Meina si veda la voce omonima nel Dizionario dell’Olocausto (Einaudi) e il libro di Marco Mozza Hotel Meina, riedito di recente nei libri del Diario.
Redazione, Meina, la strage, ANED