Un erbario delle piante della città di Genova (2)

Il Ranunculo spinoso ha le “spine” negli uncini dei semi, ma il pericolo è invece dato dalle sostanze tossiche presenti nella pianta. I piccoli semi sono probabilmente contenuti nella terra con la quale si rimpinguano le aiuole.

La Malva di Creta è presente in tutto il Mediterraneo. In città se ne vedono esemplari alti ben più di un metro, pieni di fiori e poi di frutti tondi a spicchi che i ragazzini di una volta mangiavano chiamandole “formaggette”.

Il Crespino comune discende probabilmente da antenati del Gondwana, transitati nei milioni di anni sulle montagne africane, poi alle Canarie e poi nel Mediterraneo, dal quale il nostro si è diffuso in tutto il mondo. Per noi, con il nome di “Scixerbua”, è una delle più importanti e apprezzate componenti del “Prebuggiun”, come altre specie che incontreremo più avanti.

Il Ciombolino dei muri, allieta con i suoi fiorellini i muri dove può insediarsi e disseminarsi allungando e arrotolando il fusto con i frutti, fino a trovare la fessura adatta. In passato con infusi e unguenti si curavano ferite, eczemi, geloni, ustioni, emorroidi.

Il Senecio comune, o Cardillo, con i suoi parenti stretti ha antiche origini tirreniche, ma ha conquistato il mondo con la sua capacità di adattarsi ad habitat umani, ricchi di nitrati e fosfati (escrementi).

“[…] Nelle tavole sono riportati il nome scientifico, il luogo e la data di rinvenimento; il nome italiano si trova invece nel testo. Per la nomenclatura è stata seguita la seconda edizione della “Flora d’Italia” di Sandro Pignatti (Edagricole, 2017-2019). Le brevi notizie che accompagnano le immagini sono scelte tra la immensa mole di conoscenze che la cultura umana ha accumulato sopra ogni specie; la scelta è quindi arbitraria, ma speriamo utile e interessante. Testi e disegni di Mario Calbi.Pietro Pala