Le spie tedesche a Roma avevano commesso degli errori

Johannes [Gehlen] venne ufficialmente sollevato dal proprio incarico di segretario privato di von Thun-Hohenstein il 25 giugno 1949 <255. Poco dopo si mise in viaggio verso la Baviera, dove sarebbe rimasto sino alla fine dell’anno. Non si sarebbe però trattato di vacanze estive ed è lecito presumere che egli non si sia allontanato da Roma di sua spontanea volontà. Infatti, nel frattempo a Pullach vi erano stati alcuni fondamentali cambiamenti, che avrebbero fatto sì che Johannes e lo scandalo dello SMOM sarebbero, da lì a breve, finiti sotto i riflettori della CIA. All’inizio dell’anno la valutazione dell’Organisation Gehlen da parte della CIA era giunta a termine con l’esito che il nuovo gigante dello spionaggio estero statunitense avrebbe preso il neonato servizio segreto tedesco sotto la propria ala, proprio a partire dall’estate del ’49 <256. Ma tale passaggio sarebbe dovuto avvenire a determinati costi. Come emerge da una lettera di Reinhard a Critchfield, una delle primissime richieste della CIA sarebbe stata quella di «tagliare drasticamente parti dell’organizzazione», al fine di risparmiare e liberarsi di “pesi inutili” <257.
Nell’ottobre del ’49 la CIA e lo staff tedesco dell’Organisation Gehlen avrebbero firmato una sorta di contratto scritto che regolamentava la nuova collaborazione tedesco-statunitense, il cosiddetto “Basic Agreement”. Parte di quest’ultimo avrebbe anche riguardato le operazioni all’estero del servizio segreto tedesco e, di conseguenza, l’ODEUM Roma. In tal senso risultano importanti soprattutto i seguenti punti del “Basic Agreement”:
“e. All activities of this project in friendly or neutral countries will be reported to the US staff in detail and under complete US control. f. All connection with the Intelligence Services of friendly or neutral countries will receive prior clearance and be under US control. […] k. All operations outside of Germany will, as soon as practicable, be reduced to a project basis with funds provided for each project as approved and on the basis of continuing review of operational details and production”. <258
Ciò significa che, almeno sulla carta, la CIA sarebbe stata l’unica ad avere un potere decisionale rispetto alle attività del servizio d’intelligence di Reinhard all’estero. Alla luce di ciò è possibile ipotizzare che Johannes, presentato alla CIA come «Head of ODEUM group in Rome» <259, sia stato richiamato a Monaco nel giugno dello stesso anno, quattro mesi prima della stesura del Basic Agreement, per essere interrogato da Critchfield sulla natura della propria attività a Roma, alla luce anche del recentissimo “scandalo” dello SMOM.
Tale ipotesi sembra confermata da un documento in particolare, denominato “Tätigkeiten in Rom” (“Attività a Roma”). Si tratta di un report redatto da Johannes che, anche se privo di data, è chiaramente risalente a un momento successivo al suo allontanamento da Via Condotti <260. Il documento sembra essere redatto con l’intento non solo di giustificare e spiegare la brusca fine dei rapporti con lo SMOM, ma costituisce allo stesso tempo un ovvio tentativo di fornire alla CIA ragioni valide per mantenere in vita l’ODEUM Roma, anche in vista delle condizioni decise con il Basic Agreement. Alla luce di ciò, come già detto, è altamente probabile che l’ex fisico nucleare e il suo gruppo siano finiti nell”occhio del ciclone’ dopo il passaggio dell’Organisation Gehlen dall’USFET G-2 alla CIA, individuati come una di quelle componenti da prendere in considerazione per i succitati “tagli”. Johannes sembrava essere pienamente consapevole di ciò quando, nel suddetto documento, parlava della possibilità concreta di una «liquidazione definitiva» dell’ODEUM Roma <261. Infatti scriveva:
“Es ist meine Pflicht, in diesem Zusammenhang zu betonen, dass nirgends gegen meine Person gearbeitet wird […], und dass im Gegenteil ein definitiver Abgang meinerseits nach den vorhergesehenen Ferienmonaten […] die durch persönliches Vertrauen zusammengeschweisste Gruppe von Mitarbeitern lahm legen würde. Dies ist die Auffassung der Mitarbeiter”. <262
È da sottolineare come il documento faccia emergere con chiarezza quali esattamente siano state le critiche con le quali Johannes si sarebbe dovuto confrontare una volta arrivato a Pullach. Sembra infatti ovvio che il documento cerchi di rispondere a precise accuse, probabilmente mosse da Critchfield e dai suoi colleghi in vista di un’imminente riorganizzazione dell’Organisation Gehlen sotto tutela della CIA. Di conseguenza, gran parte del documento si concentra sui fallimenti e/o errori imputabili a Johannes stesso o all’ODEUM Roma. Ad esempio, l’ex fisico nucleare affrontava subito il recente “scandalo SMOM” affermando, a tal proposito, di non voler «in nessun modo negare che io stesso possa aver commesso degli errori» <263. Tuttavia, secondo il capo dell’ODEUM Roma, le circostanze che avrebbero infine portato allo “scandalo SMOM” potevano essere imputabili a forze esterne non meglio definite e, in generale, «non erano ancora state del tutto chiarite» <264. Un ulteriore tentativo di giustificazione compiuto da Johannes nel succitato documento Tätigkeiten in Rom riguardava l’eccessiva somma di denaro spesa, nell’arco di soli due anni, per il mantenimento dell’ODEUM Roma, punto già individuato in precedenza come problema ricorrente nei resoconti Pullach-Johannes <265. Il fatto che la questione delle spese venisse affrontata all’inizio del documento, subito dopo le circostanze legate all’Ordine di Malta, sembra confermare l’urgenza con cui la CIA intendeva affrontare tale discorso. Da questo punto di vista risulta interessante la “strategia di difesa” di Johannes: egli affermava di comprendere che «i mezzi da me richiesti sono tanti», ma, a suo dire, solo «dal “punto di vista tedesco”» <266. L’Italia, secondo l’ex fisico nucleare, era allora un paese governato da «leggi totalmente differenti riguardo le spese» e perciò, nonostante lui e il suo gruppo avessero dimostrato «buona volontà» nella gestione del denaro, alla fine, avrebbe dovuto riconoscere l’impossibilità di rispettare il budget a sua disposizione <267.
Accanto al problema del budget e agli eventi riguardanti lo SMOM, Johannes dedicava inoltre un intero paragrafo al rapporto centro-periferia tra Pullach e Roma. Secondo Johannes, la mancanza di un’adeguata comunicazione con la centrale sembrava essere legata alla circostanza che egli non venisse da molti colleghi considerato come un professionista dell’intelligence a tutti gli effetti, quanto piuttosto come semplice “dilettante”. Inoltre, il fatto di essere un tedesco cresciuto all’estero, affermava il fisico nucleare, avrebbe comportato nei suoi confronti da parte degli altri membri dell’Organisation Gehlen in patria una «mancata comprensione e persino sfiducia, con effetti negativi sulla collaborazione» <268. E nonostante Johannes ammettesse che la mancata formazione in campo d’intelligence potesse, nel suo caso, aver comportato un certo grado di ingenuità e miopia professionale, sembra che egli stesse tentando piuttosto di deviare l’attenzione dai propri insuccessi, insinuando invece che certe “voci di corridoio” e pregiudizi circolanti sul suo conto a Pullach avessero esagerato la gravità della sua attuale situazione.
Quanto appena osservato risulta senz’altro interessante, ma sorge a questo punto una domanda: se è vero che con il documento “Tätigkeiten in Rom” Johannes tentava di convincere la CIA a continuare a mantenere in vita l’ODEUM Roma, allora egli non avrebbe dovuto sottolineare prima di tutto i successi raggiunti dal gruppo romano, piuttosto che giustificare e difendere unicamente gli errori commessi? Infatti, sta proprio qui l’elemento davvero degno di nota del succitato documento. In “Tätigkeiten in Rom” si trovano pochi accenni alle reali attività di successo di Johannes e dei suoi collaboratori in riferimento al periodo ’47-’49. Riguardo ai suoi tre collaboratori dell’ODEUM Roma, Friede, von Fransecky e Guignot, Johannes affermava che «il loro potenziale, che considero decisamente alto, non è ancora stato sfruttato» <269. Nonostante ciò, a suo parere, a Roma erano stati raggiunti importanti traguardi, «accanto al lavoro fatto presso lo SMOM», fra cui:
” a) eine Unsumme in- und ausländischer Beziehungen,
b) die definitive Festigung des hiesigen Domizils,
c) der Aufbau eines winzigen, jedoch rührigen Stabes von drei Mitarbeitern.
Ad a): Ein Teil dieser Beziehungen fällt naturgemäß durch den Abbruch der Beziehungen zum Orden. Ein Teil der Beziehungen, besonders im Ausland, bleibt, ist überhaupt noch nicht ausgeschöpft und stellt sozusagen einen Rohstoff dar, dessen Verwertung noch nicht übersehen werden kann” <270.
Salta subito all’occhio il carattere generico dei “successi” menzionati da Johannes. In effetti la creazione definitiva di una base estera dell’Organisation Gehlen a Roma, completa di una sede – l’appartamento privato dei Gehlen in via Flaminia <271 – e di collaboratori fissi non costituiva tanto una missione, quanto un presupposto necessario per poter avviare la propria attività. Anche l’accenno a non meglio definiti contatti locali e internazionali risultava piuttosto vago e superficiale.
Quindi, mentre “Tätigkeiten in Rom” costituisce certamente un documento di grande valore per chi studia l’ODEUM Roma e la sua attività, esso allo stesso tempo, mette drammaticamente in evidenza tutti i problemi dell’operato di Johannes Gehlen, per i quali quest’ultimo non sembrava trovare giustificazioni convincenti. Il documento fornisce così un’immagine piuttosto cupa del gruppo d’intelligence romano nel ’49: un gruppo giovane ed eterogeneo, guidato da un uomo dalle buone intenzioni, ma privo dell’esperienza necessaria per essere a capo di una rete spionistica. Inoltre, come già sottolineato, il documento fornisce poche informazioni per quanto riguarda l’attività dell’ODEUM Roma e l’inquadramento dei singoli membri all’interno della piccola base estera dell’Organisation Gehlen. In tal senso è necessario rivolgere lo sguardo verso i report inviati da Johannes tra il ’47 e il ’50, oltre che ad altre corrispondenze tra lui e il fratello Reinhard, risalenti allo stesso periodo. Tutti i documenti appena nominati, conservati presso l’archivio del BND o consultabili presso l’Electronic Reading Room della CIA, aiutano infatti non solo a gettare luce sulle concrete attività di Johannes, Friede, Guignot e von Fransecky, ma lasciano anche intravedere i conflitti interni allo stesso gruppo romano.
[NOTE]
255 Tätigkeiten in Rom, senza data, BND-Archiv, 220815, doc. 420.
256 M.E. Reese, op.cit., p. 165. Per la valutazione di Critchfield dell’Organisation Gehlen cfr. Report of Investigation – Rusty, Chief MOB [Critchfield] a Chief OSO, 17 dicembre 1948 in K.C. Ruffner (a cura di), Forging an Intelligence Partnership, Volume II, Part IV, cit.
257 Situation of the Organization, Reinhard Gehlen a James H. Critchfield, 27 novembre 1949, BND-Archiv, 4313, doc. 282.
258 Basic Agreement with [Gehlen Organization], 13 ottobre 1949, in Ruffner K.C. (a cura di), Forging an Intelligence Partnership, Volume II, Part IV, cit.
259 Curriculum Reinhard Gehlen, 1950, FOIA CIA, NWCDA, Gehlen, Reinhard Vol. 1, doc. 0088.
260 Tätigkeiten in Rom, 1949, BND-Archiv, 220815, doc. 420.
261 Ibidem.
262 Ibidem.
È mio dovere sottolineare, in questa circostanza, che da nessuna parte al momento si lavora contro la mia persona […] e, anzi, che un mio definitivo ritiro dopo i previsti mesi di vacanza […] paralizzerebbe il gruppo di collaboratori legati gli uni agli altri da un vincolo di fiducia personale. Questo è il parere dei collaboratori.
263 Ibidem.
264 Ibidem.
265 A tal proposito cfr. paragrafo 2.3.
266 Tätigkeiten in Rom, 1949, BND-Archiv, 220815, doc. 420.
267 Ibidem.
268 Ibidem.
269 Ibidem.
270 Ibidem.
a) un sterminato numero di contatti nazionali e internazionali
b) il definitivo stabilizzarsi del domicilio locale,
c) la costituzione di un minuscolo, ma efficace, gruppo di tre collaboratori.
Ad a): una parte di tali contatti viene a cadere ovviamente a causa dell’interruzione dei legami con l’Ordine. Un’altra parte dei contatti, soprattutto quelli all’estero, rimane e non è ancora stata del tutto sfruttata, costituendo in un certo senso una risorsa, il cui utilizzo non può ancora essere ignorato.
271 «L’appartamento», affermava Johannes, «può essere usato anche per incontri e come dimora occasionali per terzi». Ibidem.
Sarah Anna-Maria Lias Ceide, ODEUM Roma. L’Organisation Gehlen in Italia agli inizi della guerra fredda (1946-1956), Tesi di Dottorato, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, 2022

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