La locomotiva

Uno scorcio di Nervia di Ventimiglia (IM), ma anche di Camporosso Mare. A destra i binari che portavano al deposito locomotori sono stati rimossi.

Ma anche quella fotografia è diventata un po’ vecchiotta, come dimostrano altre immagini più recenti, che attestano l’incidenza in zona della nuova pista ciclopedonale.

Quando mi riferisco a Nervia, dove sono nato e dove sono cresciuto, fatto salvo un periodo di quattro anni passato nel centro storico di Ventimiglia Alta, mi viene, invero, da scrivere in modo ancora più estemporaneo del solito.

Ho fatto una lunga premessa per arrivare a citare un piccolo episodio.

Qualche anno fa in varie conversazioni riportavo di avere visto uno scatto ormai datato di una locomotiva a vapore da manovra sul cui pianale posavano diversi ferrovieri. In proposito metto, invece, una fotografia di mio padre, anch’egli ferroviere, ma non del settore qui richiamato, fatta a gennaio 1963, la mattina o all’indomani di una delle rare nevicate della Riviera, sempre in Nervia, un po’ più ad ovest del punto da cui sono partito per questo discorso.

Ebbene, un gentile interlocutore, un ex macchinista, mi veniva a raccontare di quella volta che uno di quei mezzi da traino, lasciato momentaneamente incustodito dal guidatore (che appare nell’immagine di cui dicevo prima) perché disceso a terra per fare due parole con altri colleghi dei lavori sui binari (un altro testimone mi aggiungeva che i macchinisti quella volta erano due e che pure il secondo, anche questo a me ben noto, aveva pensato bene di aggregarsi al conciliabolo), ripartiva da solo, forse per uno sbuffo di vapore più forte di altri, per entrare – lentamente – in stazione, lontana da quel punto almeno un chilometro, ancorché dirottato all’ultimo su di un binario di mero servizio.

Il sistema telefonico interno delle Ferrovie dello Stato, cui era ricorso il primo addetto di settore destatosi dallo stupore per lo strano fatto in corso, nel caso in esame a qualcosa era pur servito!