Hồ Chí Minh vide l’OSS come un possibile veicolo per promuovere il nazionalismo vietnamita

Gli Stati Uniti trassero un vantaggio informativo dalla collaborazione col Viet Minh. Il colpo di mano giapponese cancellò la rete d’intelligence alleata in Indocina e Ho Chí Minh fu in grado di offrire un’alternativa <130. Come lo stesso Patti confermò alla fine di aprile 1945, “Ho e il Viet Minh sembravano essere la risposta al mio problema immediato di stabilire operazioni in Indocina” <131. In effetti il VM avrebbe potuto fornire sostegno per l’operazione Carbonado, un’offensiva Alleata pianificata per proteggere l’area di Guangzhou e Hong Kong, aprendo così importanti porti marittimi per ricevere gli eserciti dall’Europa e dalle Filippine <132. A tutti gli effetti l’operazione fu un depistaggio militare, inteso ad allontanare le forze giapponesi dagli obiettivi reali delle operazioni offensive americane, ovvero sabotare il corridoio utilizzato dalle forze nipponiche in ritirata tra Hà Noi e Nánníng <133. A tale scopo l’OSS fu incaricato di preparare squadre native per attuare i sabotaggi e raccogliere informazioni: i rapporti dal VM permisero di ottenere indicazioni militari cruciali, come l’identificazione e il posizionamento di alcune unità della 37° divisione giapponese, e i dettagli sulle difese a Cao Bằng e ad Hà Nội <134.
Gli Stati Uniti poterono inoltre contare su un aiuto contro i giapponesi. Sebbene le pubblicazioni ufficiali del governo vietnamita ingigantirono gli episodi di resistenza, il Việt Minh effettivamente fu una minaccia per le truppe giapponesi, specialmente nella zona del Việt Bắc e nella provincia di Quảng Ngãi (Việt Nam centrale). Oltre all’attacco a Tam Đảo di luglio, a marzo vi furono scontri a Pò Tâu e ad An Lại (tra Cao Bằng e Mã Phục), mentre a maggio vi fu l’assassinio di un gruppo di spie giapponesi. Tønnesson tuttavia fa notare che, visto il numero ridotto di assalti, non si può parlare di ‘lotta armata’ col Giappone. Infatti, in Annam e Cocincina il VM non operò in maniera sostanziale <135. Tønnesson dunque ipotizza che gli sforzi da parte del VM servissero principalmente a soddisfare tre scopi: testare la capacità militare delle truppe VM, migliorare l’immagine eroica del gruppo e impressionare gli Alleati statunitensi, in quanto tra le unità impegnate negli attacchi vi furono quelle addestrate dall’OSS <136.
Di gran lunga più importanti furono i vantaggi che poteva offrire alla causa vietnamita una collaborazione diretta con gli Stati Uniti. In primis, il collegamento con gli agenti americani permise il costante aggiornamento sull’andamento globale della guerra. A Kūnmíng, quando Hồ Chí Minh incontrò i rappresentanti locali dell’OWI <137, ottenne notizie di guerra in cambio di informazioni sull’Indocina <138. Secondo, tale approccio mirato avrebbe potuto fornire al VM un aiuto diplomatico contro francesi e giapponesi. Infatti, il gruppo non ebbe altre scelte: se da un lato poteva facilmente allearsi ai cinesi e ai francesi anti-Vichy per avere contatti con gli Alleati e ottenere così un ruolo nella guerra contro il Giappone, dall’altro, tale alleanza avrebbe messo in pericolo l’indipendenza del Việt Nam, in quanto avrebbe favorito al contempo la minaccia colonialista <139. Terzo, gli Stati Uniti potevano fornire un sostegno militare alla causa vietnamita. Come effettivamente accadde, l’arrivo del Deer Team al quartier generale del VM permise l’introduzione di armi per via aerea: fucili, mortai, mitragliatrici, granate e bazooka, ma anche varie attrezzature e medicinali <140.
Hồ Chí Minh vide l’OSS come un possibile veicolo per promuovere il nazionalismo vietnamita. Questa visione coincideva convenientemente con alcuni interessi dell’intelligence americana <141. Lo stesso Patti documentò che l’obiettivo finale di Hồ Chí Minh fu quello “di ottenere il sostegno americano per la causa di un Việt Nam libero, e sentiva che tale desiderio non entrava in conflitto con la politica americana” <142. Il fine ultimo del leader fu a tutti gli effetti convincere gli Stati Uniti a legittimare il Fronte Việt Minh come rappresentante del popolo vietnamita <143. Tuttavia, lo scorrere del tempo non fu clemente con Hồ Chí Minh, infatti il ritiro delle forze americane dal Việt Nam sul finire della guerra non gli permise di sviluppare appieno un rapporto saldo con gli Stati Uniti. A metà agosto, in un’ultima lettera a Charles Fenn che si stava preparando a tornare in patria, Hồ Chí Minh scrisse che la fine della guerra era sì un bene per tutti, ma che si sentiva male nel sapere che i suoi amici americani lo avrebbero lasciato presto. La loro partenza osservò, avrebbe reso più difficoltosi i rapporti tra le due parti <144.
Al termine della Rivoluzione d’Agosto, gli Stati Uniti rappresentarono l’opzione più vantaggiosa per Hồ Chí Minh. Difatti, a nord i comandanti cinesi appoggiarono i partiti nazionalisti non VM, mentre a sud gli inglesi operarono a stretto contatto coi francesi. Tra agosto e settembre, Hồ tentò di coltivare ulteriormente i rapporti con gli agenti americani, in particolare – come si è visto – tramite i frequenti incontri con Archimedes Patti che, nonostante i suoi superiori a Chóngqìng fossero preoccupati per il suo atteggiamento favorevole al nuovo governo vietnamita, rimase in sintonia con la causa indipendentista vietnamita, continuando a riferire sulle condizioni in Indocina <145.
La collaborazione tra Việt Minh e OSS risultò conveniente ad entrambi e inevitabilmente influenzò gli eventi in Việt Nam. Ufficiali dell’OSS furono coinvolti nelle vicende del VM, addestrarono un certo numero di truppe, e fornirono loro istruzioni militari per combattere contro il Giappone <146. Dal lato vietnamita l’effetto principale della breve collaborazione fu di tipo ‘psicologico’, in quanto tale cooperazione contribuì al prestigio del VM in ambito nazionale <147. Dal lato americano invece, l’utilità fu sostanzialmente strategica e d’intelligence. Tuttavia, un ulteriore fattore di reciproco vantaggio, fu il fatto che questa collaborazione salvò vite umane. Il VM infatti recuperò i piloti americani abbattuti nella giungla vietnamita, portandoli in salvo <148. L’OSS invece salvò la vita stessa di Hồ Chí Minh quando egli si ammalò poco dopo l’arrivo del Deer Team. Secondo le fonti americane, fu grazie al medico OSS Paul Hoagland che, dopo aver diagnosticato una combinazione di malaria e dissenteria, iniettò a Hồ Chí Minh chinino e farmaci sulfamidici <149.
[NOTE]
130 Taylor, A History of the Vietnamese, 534.
131 Patti, Why Viet Nam?, 83–84.
132 Tønnesson, The Vietnamese Revolution of 1945, 309.
133 Questa conoscenza, ovviamente, era limitata ai livelli più alti della catena di comando e all’OSS fu richiesto di raccogliere informazioni a sostegno di CARBONADO con la stessa urgenza di un’operazione reale. Bartholomew-Feis, «The Men on the Ground», 202.
134 Bartholomew-Feis, «The Men on the Ground», 203; Patti, Why Viet Nam?, 102.
135 Tønnesson, The Vietnamese Revolution of 1945, 349–50.
136 Tønnesson, The Vietnamese Revolution of 1945, 386.
137 Office of War Information, per maggiori informazioni vedere capitolo 3.
138 Tali notizie probabilmente furono la causa della scelta di Hồ Chí Minh di ritardare ad agosto l’insurrezione. Tønnesson, The Vietnamese Revolution of 1945, 238.
139 Tønnesson, The Vietnamese Revolution of 1945, 181.
140 Gardner, Approaching Vietnam, 64.
141 Gardner, Approaching Vietnam, 44.
142 Patti, Why Viet Nam?, 83–86.
143 Duiker, Ho Chi Minh, 216.
144 Duiker, Ho Chi Minh, 311.
145 Duiker, Ho Chi Minh, 318.
146 Il maggiore Thomas tenne sessioni d’addestramento per le forze di guerriglia d’élite di Giáp, tuttavia è lecito domandarsi chi effettivamente stesse istruendo chi. Gardner, Approaching Vietnam, 64.
147 Tønnesson, The Vietnamese Revolution of 1945, 314.
148 L’OSS reclutò vietnamiti anche in Cina, per tale scopo. Anche gli inglesi fecero lo stesso, instaurando rapporti col Partito Comunista Malese compreso il suo leader vietnamita Lai Teck (il suo vero nome fu Phạm Văn Đắc). Goscha, Vietnam, 196.
149 La versione di Giáp tuttavia differisce da quella americana: secondo lui, fu la miscela di radici e riso di un vecchio abitante del villaggio a rimettere in sesto il leader. Duiker, Ho Chi Minh, 223; Prados, Vietnam, 16.
Giada Secco, Zio Hồ, Zio Sam. Le relazioni tra Hồ Chí Minh e gli Stati Uniti prima della Guerra del Việt Nam, Tesi di laurea, Università Ca’ Foscari Venezia, Anno accademico 2019/2020