Circa palazzo Cigala Fulgosi a Piacenza

Piacenza: palazzo Cigala Fulgosi
Fonte: Op. cit. infra

[…] Fino al 1950 Piacenza era tutta ricompresa all’interno delle mura farnesiane; nel corso dell’Ottocento è documentata la generale sopraelevazione del tessuto edilizio preesistente e la sua saturazione.
Nel corso del XVII secolo la struttura urbana non aveva registrato sostanziali modificazioni, da quando cioè la corte si era trasferita a Parma, Piacenza era diventata città di conventi e di acquartieramento di truppe.
Nel XVIII secolo si assiste alla fioritura dei grandi palazzi barocchi ed alla totale trasformazione dell’immagine della città farnesiana. Come avvenga però questa trasformazione e cosa rimanga oggi dei due secoli precedenti non è sufficientemente indagato e costituisce un’interessante frontiera di studi per storici ed architetti. La vicenda del restauro di palazzo Cigala Fulgosi risulta di grande interesse proprio in quanto aiuta a comprendere le modalità ed i processi di questa trasformazione almeno nella porzione di città in cui è sito il palazzo.
La successione delle planimetrie storiche a partire da quelle più antiche del XVII secolo fino ad arrivare a quelle napoleoniche e successive ci illustra in modo esemplare la trasformazione dell’isolato preso in esame a partire dal periodo farnesiano.
Nella planimetria del 1580-1610 è già riportata la sagoma del palazzo inserita all’interno di una vasta area di orti e giardini che correva da stradone Farnese fino all’attuale chiesa di S. Raimondo. Va inoltre notato come l’accesso principale al palazzo sembra che fosse collocato proprio sullo stradone Farnese, attraverso un percorso che raggiungeva anche S. Raimondo. Il rapporto tra il palazzo ed il giardino era dunque fondamentale, come sarà poi sostanzialmente dimostrato dal lavoro di restauro eseguito sulla facciata interna, restauro nel corso del quale riemergeva la decorazione ad affresco con cielo e volo di uccelli. Un palazzo di città dunque configurato anche come villa di campagna.
La saturazione edilizia dell’isolato avviene in epoca umbertina, solo a fine Ottocento, con la chiusura della quinta edilizia su stradone Farnese e la soppressione del percorso di accesso dal giardino. Ma il palazzo indicato nelle antiche mappe del ‘600 era lo stesso edificio che compariva poi nel catasto napoleonico ed in quelli successivi? Nelle schede storiche elaborate nel recente passato palazzo Cigala Fulgosi veniva succintamente catalogato come palazzo neoclassico, famoso in quanto l’androne di ingresso presentava la bella inquadratura sulla chiesa di S. Raimondo. Ma delle vicende più antiche rilevate dalle antiche planimetrie cosa era rimasto?
Qui inizia la storia delle indagini “svolte sul campo” all’inizio dei lavori di restauro, storia che si è conclusa, possiamo dirlo, con la riscoperta dell’antico palazzo di epoca farnesiana che continuava a “vivere” all’interno del palazzo neoclassico. La struttura dell’antico loggiato cinquecentesco era del tutto visibile nonostante i successivi tamponamenti; colonne, capitelli e le antiche volte a crociera erano leggibili, nonostante le manomissioni, le tramezzature e le superfetazioni. L’antico solone cassettonato è stato di più difficile ricostruzione, in quanto gli interventi di tramezzatura del ‘900, le decorazioni e le dipinture della stessa epoca ponevano dubbi sull’esatta ricostruzione storica dell’ambiente. Di grande interesse poi è stata la riscoperta nelle cantine del primo tratto dell’antico scalone cinquecentesco, demolito agli inizi dell’Ottocento e sostituito dall’attuale scalone neoclassico. È stato poi individuato l’antico androne originale del palazzo, che si trovava posizionato esattamente in asse all’antica facciata. Questo spazio presenta le dimensioni in larghezza tipiche dell’epoca (mt. 2.40 – 2.50). Anche tale elemento fu sostituito in epoca neoclassica dall’attuale androne che ha comportato però un disassamento nel disegno di facciata.
Ricordiamo infine il restauro della decorazione sulla facciata interna raffigurante un volo di uccelli sullo sfondo di un cielo con nuvole (a questa decorazione si è accennato all’inizio). Tutto questo lavoro, qui descritto
succintamente, ma eseguito nel corso di mesi e mesi di indagini svolte in stretto rapporto con la Soprintendenza, ci ha permesso di giungere alla ricostruzione dell’antico palazzo cinquecentesco non demolito, ma inglobato nella ristrutturazione neoclassica. Come si evince dagli elaborati grafici allegati si trattava di un edificio costituito da piano terra, da un piano nobile e da locali di sottotetto con funzioni di servizio; l’androne centrale, loggiato al piano primo, e grande salone cassettonato. Lo scalone d’onore era situato sulla testata opposta a quella dove si trova l’attuale ed era inglobato nella sequenza degli spazi interni, contrariamente a quella che
sarebbe poi stata l’interpretazione barocca di questo elemento architettonico.
L’obiettivo prioritario del progetto di restauro si è basato dunque sulla riproposizione degli elementi originari cinquecenteschi […]
Sergio Morlacchini, Paolo Pagani, Il cantiere di restauro di palazzo Cigala Fulgosi, Premio “Piero Gazzola” per il restauro del patrimonio monumentale piacentino 2006-2015, Associazione Dimore Storiche Italiane, Delegazione di Piacenza
Associazione Palazzi Storici di Piacenza, FAI – Fondo Ambiente Italiano, Delegazione di Piacenza