Balzi Rossi, Marina San Giuseppe, Bagnabraghe…

Bordighera (IM): in primo piano uno scorcio di Bagnabraghe

Mauro L. qualche anno fa provò a smontare il mio ricordo (che avevo già sommariamente trasposto per iscritto) di racconti uditi a suo tempo da comuni sodali su posti, caratterizzati da scogli a pelo d’acqua, favolosi per la pesca dei branzini in prossimità del confine (poco al largo di Capo Mortola? del Darsenun? dei Balzi Rossi?) con la Francia: era, il suo, il timore di uno svelamento di segreti per pochi eletti? Mi invitò, però, a prendere parte alla sua prossima stagione di caccia ai pescespada, il che non è esattamente passatempo per principianti: un invito a partecipare che, date la mia inesperienza e le mie attitudini, mi affrettai gentilmente a declinare. Dietro mia insistenza, mi tratteggiò, a cominciare dal nome, che avevo ormai scordato, la figura di un suo vecchio amico, purtroppo già scomparso e da me talvolta frequentato, una persona usa al continuo intercalare di reganta (rema!): quando si dice una passione!

Sandro S. mi raccontò, invece, proprio in quel periodo, che un giorno sulla battigia della spiaggia davanti al capanno di Vallecrosia (IM), pure da lui condiviso, un altro socio di quel sodalizio arrivando vedeva, incredulo, un bel tonnetto agitarsi a vuoto: il tempo di decidersi se bagnarsi o meno prima di tentare di prenderlo con le mani ed un’onda si riportava in acqua quell’incauto cacciatore di minuscole prede, che non aveva calcolato la portata degli scherzi che onde anche non molto grandi possono combinare ad abitanti del mare non certo dei più piccoli.

Giacomo G. mi fece qualche mese orsono una non richiesta, ma gradita disquisizione tecnica sul nome della zona di Bagnabraghe di Bordighera (IM), da dove partirono tra il 1938 e 1939 in barche condotte da pescatori del posto (tra cui un suo zio: ma questo lui non lo sapeva o non lo ricordava) per tentare di fare entrare clandestinamente in Francia tanti ebrei stranieri cacciati dall’Italia in conseguenza delle leggi razziali del fascismo: come riportato da Paolo Veziano in Ombre al confineL’espatrio clandestino degli Ebrei dalla Riviera dei Fiori alla Costa Azzurra 1938-1940, ed. Fusta, 2014. Giacomo mi raccontava poi di avere fatto parte come apprendista, prima di dedicarsi alla sua fortunata attività di imprenditore edile, dell’unico equipaggio di pescatori della città delle palme accettato alla svolta dei ’50 del secolo scorso a Marina San Giuseppe di Ventimiglia (IM) dai colleghi di Ventimiglia.