A fianco di Gladio operò un’altra formazione clandestina

Durante gli anni Sessanta Gladio mutò sostanzialmente la propria natura. Poiché una possibile invasione sovietica era ormai impossibile a causa delle mutate condizioni geopolitiche e sopratutto delle ingenti perdite che l’Unione Sovietica aveva affrontato durante il secondo conflitto mondiale, la rete Stay Behind cambiò strategia, come si evince dall’opuscolo intitolato “La parata e la risposta” <47, redatto ad uso e consumo dei gladiatori in addestramento al Cag: “Il progressivo sviluppo dell’elettorato comunista faceva intravedere la possibile conquista del potere per via legale. Finché si era ancora in tempo il comunismo doveva essere combattuto attivamente e concretamente dall’autorità politica. Garantire l’ordinamento democratico non bastava, secondo l’estensore dell’opuscolo, perchè non era necessario che il partito eversore (il Pci, nda) passasse alla fase violenta, potendosi benissimo verificare una così piena riuscita della fase preinsurrezionale da consentire la presa del potere con mezzi del tutto legali”.
Quindi ai militari non restava che “predisporsi all’eventualità della guerriglia in tempo di pace”. Si trattava dei principi base della cosiddetta “guerra non ortodossa”, fissati anche nei manuali che il Sifar inviò nel 1965 agli Stati maggiori delle tre armi, stabilendo la necessità di una cooperazione tra le forze militari e le forze clandestine nell’ambito delle operazioni Nato. Il totale controllo sul reclutamento da parte del Sifar, portò Gladio ad accentuare la componente militare e oltranzista.
Negli anni più caldi della Strategia della Tensione i corsi all’interno del Cag si moltiplicarono: non più di una quarantina fino al 1968, ma nel 1969 (l’anno di Piazza Fontana) divennero improvvisamente centodue. A loro volta i gladiatori partecipanti ai corsi (civili, militari e carabinieri), in media tre-quattrocento l’anno, divennero più di ottocento nel 1968 e 1969 e altrettanti nel 1980, l’anno della strage di Bologna.
Molta cura venne dedicata alla preparazione dei sabotatori: i manuali per quel tipo di addestramento (molto simili al Field Manual di Westmoreland) contenevano istruzioni relative al sabotaggio delle linee ferroviarie, ove si rileva che il passato recente ha dimostrato quanto numerose ed inutili fossero state le azioni compiute da alcuni guerriglieri e sabotatori clandestini per mancanza di apprezzamento e conoscenze tecniche. Occorreva evitare il ripetersi di tali inconvenienti. Era dunque necessario uno studio accurato per quanto riguardava la scelta degli obiettivi e i metodi per attaccarli.
Nei primi anni Settanta gli attentati alle linee ferroviarie furono numerosissimi, ma alcuni per fortuna erano falliti: a leggere queste righe, sembrerebbe che il manuale di Gladio fosse destinato a colmare manchevolezze degli attentatori di estrema destra, o come scritto nel manuale “guerriglieri e sabotatori clandestini”.
Due gladiatori interrogati dalla procura militare di Padova, hanno riferito di aver partecipato nel 1965 ad esercitazioni assieme a due specialisti americani durante le quali si simulavano esplosioni all’interno di gallerie ferroviarie che avrebbero fatto saltare tratti di binario nel momento esatto del passaggio di due treni. Esattamente ciò che avvenne nel 1974 con il treno Italicus e nel 1984 con con il treno 904 (16 morti e 267 feriti), dove gli ordigni vennero posti sui treni ma fatti esplodere all’interno della galleria a San Benedetto Val di Sambro.
Dell’esistenza di Gladio e dei patti sanciti dall’Italia con gli alleati atlantici, il parlamento italiano fu informato solo il 24 ottobre 1990, quando il presidente del consiglio Giulio Andreotti, pressato dalle indagini del giudice Casson, ne informò la Camera dei deputati. Ammissione inevitabile poiché due settimane prima erano state ritrovate le pagine del memoriale in cui Aldo Moro aveva descritto durante la sua prigionia nel covo delle Brigate rosse un’organizzazione in ambito Nato dalle caratteristiche antinsurrezionali assai simili a quelle di Gladio.
A fianco di Gladio operò, almeno dal 1966 al 1973 <48, un’altra formazione clandestina denominata Nuclei di difesa dello Stato (NdS). La loro origine è da ricercare nel già citato convegno dell’Istituto Pollio, le cui tesi enunciate ebbero pratica attuazione nei due anni immediatamente successivi mediante la creazione di una vasta rete clandestina denominata “Nuclei di (o per la) difesa dello Stato”. A differenza dell’organizzazione Gladio, che rimaneva sempre ambiguamente collocata in un ottica di difesa da un’eventuale invasione sovietica, i NdS ebbero fin da subito il compito specifico di contrastare le situazioni di pericolo all’interno del Paese.
La sigla compare per la prima volta in una lettera che sul finire del 1966 fu inviata a molti ufficiali dell’esercito italiano per iniziativa, di due noti estremisti di destra quali Franco Freda e Giovanni Ventura <49. La missiva anonima conteneva un invito pressante e minaccioso ad aderire alla nuova struttura, che si affermava costituita “in seno alle forze armate” da “militari di grande prestigio e di autentica fedeltà” con “il compito di stroncare l’infezione (comunista, nda) prima che essa divenga mortale”, partecipando ad una “lotta vittoriosa contro la sovversione”. Nei suoi contenuti, quindi, sembrava muoversi nella logica ispiratrice di un noto pamphlet intitolato “Le mani rosse sulle forze armate” redatto da Pino Rauti e Guido Giannettini, che, come si è visto, furono tra i partecipanti di rilievo al convegno dell’Istituto Pollio.
L’iniziativa di Freda, Ventura, Rauti e Giannettini fa capire come alcuni tragici eventi che caratterizzarono la vita nazionale tra il ’69 e il ’70 non erano semplicemente riconducibili ad una matrice terroristico-insurrezionale (Ordine nuovo, Avanguardia Nazionale, Mar, Sim e altri gruppi neofascisti) ma è possibile intravedere regie paraistituzionali e coinvolgimenti istituzionali. Basti citare il fatto che molti Ordinovisti attingevano dai depositi Nasco <50 per rifornirsi di armi ed esplosivo.
“Quindi al pari di Gladio anche i Nuclei di difesa dello Stato si aprirono alla partecipazione di elementi provenienti dalle fila di Ordine nuovo, e per il tramite dei quadri delle diverse cellule i neofascisti furono impiegati nel dare esecuzione alla strategia antinsorgenza gestita dalle forze armate. Vincenzo Vinciguerra (ordinovista reo confesso per la strage di Peteano) scrive:
Pino Rauti, capo indiscusso di Ordine nuovo, lavorava nello Stato maggiore della Difesa quale esperto, insieme a Guido Giannettini ed Eggardo Beltrametti, e collaborava sul piano informativo prima col Sifar e poi col Sid. Predicava la “rivoluzione che tutto doveva distruggere per poi tutto ricostruire” e contemporaneamente e riservatamente costituiva i Nuclei di difesa dello Stato, che ovviamente rivolgevano il loro interesse propagandistico alle forze armate e alla polizia” <51.
Per comprendere meglio le trame eversive portate avanti dai NdS, basti citare che il capo della V Legione di Verona Amos Spiazzi, colonnello dalle fascinazioni nazi-fasciste, venne arrestato nel 1974 per implicazioni nell’ambito del golpe Borghese poiché gli era stato dato l’incarico di occupare Sesto San Giovanni e arrestare alcuni sindacalisti e membri di partiti d’opposizione, ma nonostante la sua ammissione di colpa, dopo quattro anni di carcere preventivo venne prosciolto da ogni accusa.
Insomma, quando già erano operative le strutture di Gladio, si decise di costituire un’altra organizzazione clandestina, nella previsione di impiegare una parte consistente delle nostre forze armate, insieme a quei settori della società civile che poi vennero coordinati dalla P2 di Licio Gelli.
[NOTE]
47 L’opuscolo, redatto dal Sifar nel 1964, venne ritrovato da alcuni militanti della sinistra rivoluzionaria all’interno di una sezione del MSI (Movimento Sociale Italiano). Cfr. http://www.uonna.it/laparata.htm
48 In realtà, una volta sciolta, l’organizzazione continuò ad operare mimetizzandosi nel circolo culturale Carlomagno di Verona fino almeno al 1980.
49 Rispettivamente avvocato ed editore considerati, secondo le motivazioni della corte di Cassazione, tra i responsabili per la strage di piazza Fontana poiché appartenenti alla cellula di Ordine Nuovo a Padova, ma non più perseguibili poiché già assolti in un precedente processo.
50 Nel corso del 1959, i servizi segreti americani provvidero ad inviare presso il Cag i materiali di carattere operativo destinati a costituire le scorte di prima dotazione dei nuclei e delle unità di pronto impiego, da occultare, fin dal tempo di pace, in appositi nascondigli interrati nelle varie zone di eventuale operazione. Nel 1973 viene scoperto uno dei Nasco e i servizi decidono così di smantellarli e riunire tutto il materiale presso diverse caserme dei carabinieri e nel Centro guastatori di Capo Marragiu
51 Vincenzo Vinciguerra, 1993, La strategia del depistaggio, Sasso Marconi: Il Fenicot
Giulia Fiordelli, Dalla Konterguerilla ad Ergenekon. Evoluzioni del Derin Devlet, tra mito e realtà nella Turchia contemporanea: analogia con la stay-behind italiana, Tesi di laurea, Università Ca’ Foscari Venezia, Anno
Accademico 2012/2013

Per la prima volta venne sviluppato in modo organico il concetto di “quarta dimensione della guerra”, il quale viene ben descritto da Vincenzo Vinciguerra <76, autore della strage di Peteano (1972) ed inserito nella logica degli SMA in quanto esponente di Ordine Nuovo, nel libro “L’organizzazione”:
“Gli specialisti occidentali teorizzarono, a loro volta, l’avvento, nella storia dell’uomo, della ‘quarta dimensione della guerra”, che comportava il definitivo superamento del concetto di pace. In un quadro di conflittualità permanente all’interno di ogni stato, […] l’obiettivo strategico non poteva più essere rappresentato dalla conquista di un territorio bensì delle menti, dei cuori e delle coscienze delle popolazioni. Così, “la guerra non ortodossa” […] viene condotta con metodi e tecniche militari dagli Stati maggiori occulti, composti da militari e civili, di un potere palese: quelli che gli specialisti hanno definito “Stati Maggiori Allargati”. <77
Il portato ideologico di queste nuove dottrine fu la base teorico-politica del noto convegno del 3-5 maggio 1965 “La guerra rivoluzionaria”, organizzato dall’Istituto di Studi Militari “Alberto Pollio” all’Hotel Parco dei Principi a Roma, presieduto dal colonnello Adriano Magi Braschi <78. Tra i relatori del convegno Pino Rauti <79, Guido Giannettini <80, Eggardo Beltramenti, Enrico De Boccard, Giorgio Torchia: personalità civili, esponenti della destra extraparlamentare – in particolare la struttura “Ordine Nuovo” <81 – che da lì cominciarono a operare organicamente con lo Stato maggiore della Difesa.
Il convegno cadde proprio nel momento di crisi più acuta in seno alle forze armate in ragione del conflitto manifesto tra De Lorenzo, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri e già capo del Sifar, e Giuseppe Aloia, capo di Stato maggiore dell’Esercito in procinto di assumere la carica di capo di Stato maggiore della Difesa (rimandiamo a ‘la guerra tra i generali” par. 3.2).
In seguito, come diretta messa in pratica della teoria degli SMA, vennero formati e addestrati dei gruppi sotto la denominazione di “Nuclei di Difesa dello Stato” (NDS); un’accelerazione operativa dell’impianto dottrinale del convegno al Parco dei Principi, dettata dalla crescita dei movimenti studenteschi e dall’acuirsi delle lotte sindacali. I NDS nacquero a metà degli anni Sessanta, arruolando non solo militari ma anche civili tra le file dell’estrema destra, Ordine Nuovo (di cui esponenti erano stati relatori del convegno) in particolare, a partire dal 1966, il gruppo dirigente della cellula veneta guidata da Carlo Maria Maggi <82. È in questi anni che va delineandosi in maniera decisiva il piano operativo della strategia della tensione: grazie agli atti dell’ordinanza del 18 marzo 1995 <83 del G.I. Guido Salvini sull’attività eversiva di Ordine Nuovo (e di altre formazioni quali Avanguardia Nazionale e il MAR di Carlo Fumagalli) si poté finalmente fare luce sulla formazione di questo rapporto di collaborazione tra estrema destra nel Triveneto e i servizi d’intelligence militari. Il giudice istruttore, durante gli interrogatori, ha ricostruito la genesi di questi gruppi terroristici, composto anche da ex repubblichini, ex membri della X Mas e delle SS italiane <84. Gli ufficiali statunitensi Capitano Richard e Capitano Carrett (il primo subentrò al secondo al comando della rete nel 1974) erano i responsabili del coordinamento delle attività <85. Il teste chiave Carlo Digilio <86, ad esempio, affermò di aver lavorato a libretto paga di trecentomila lire mensili per l’intelligence americana dal 1967 al ‘78 per gestire il giro di esplosivi nella regione <87. Ad ogni modo, l’azione di queste organizzazioni prese un’accelerazione decisiva nel contesto dell’autunno caldo e della contestazione studentesca (v. cap. 3.5).
[NOTE]
76 L’ex terrorista Vincenzo Vinciguerra è diventato negli anni uno dei più caparbi studiosi della strategia della tensione. Dopo diversi anni di latitanza, nel 1984 decise spontaneamente di assumersi la responsabilità della strage di Peteano e di collaborare con la giustizia per rendere pubblici i rapporti tra l’estrema destra e gli apparati dello Stato che si erano attivati per depistare la matrice nera del suo attentato.
77 Vincenzo Vinciguerra, L’organizzazione in Davide Conti, L’Italia di Piazza Fontana, Einaudi, 2019
78 Adriano Giulio Cesare Magi Braschi, impiegato nel Sios esercito e distaccato presso il Sifar. Laureato in Germania in psicologia sociale. Autore dei due saggi sulla guerra non ortodossa “La Parata” e “La Risposta”.
79 Pino Rauti, fondatore di Ordine Nuovo nel 1956 e segretario del MSI dal 1990 al 1991. Fu inquisito per gli attentati ai treni del 8-9 agosto 1969 e per la strage di Piazza Fontana, appena prima di essere eletto come deputato per il MSI, nel quale era rientrato nel 1969.
80 Guido Giannettini fu un giornalista e, dal 1966, agente del Sid. Rifugiatosi prima in Argentina, nel 1974 si costituí presso il consolato italiano di Buenos Aires in seguito a delle rivelazioni pubbliche fatte da Giulio Andreotti e all’emissione di un mandato di cattura nei suoi confronti per la strage di Piazza Fontana.
81 “Centro Studi Ordine Nuovo” fu un gruppo extraparlamentare nato da una scissione dal Msi e capitanato da Pino Rauti, in contrasto con la linea moderata dell’inserimento nelle istituzioni repubblicane. Attivo dal 1956 (anno della fondazione) fino al reinserimento all’interno del partito, nel novembre 1969.
82 Dirigente di On nel Veneto, é stato condannato all’ergastolo in via definitiva il 20 giugno 2017 per la strage di Piazza Della Loggia a Brescia del 28 maggio 1974.
83 Ordinanza integralmente disponibile su www.guidosalvini.com
84 Per una lista più dettagliata cfr. D. Conti, op. cit., pp 53
85 Ibidem
86 Carlo Digilio, ex membro di Ordine Nuovo, esperto di armi e esplosivi, venne arrestato ed estradato in Italia da Santo Domingo nell’ottobre del 1992. Reo confesso per concorso nella strage di piazza Fontana e unico condannato, venne tuttavia prescritto grazie ai benefici di legge. Fu il testimone chiave da cui scaturì il terzo processo per piazza Fontana nel 1995.
87 Interrogatorio di Carlo Digilio del 9 ottobre 1993, agli atti della procura di Brescia, processo di Piazza Della Loggia. Citato in M. Gotor, op. cit., cap. IX
Claudio Molinari, I servizi segreti in Italia verso la strategia della tensione (1948-1969), Tesi di laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 2020/2021

I Nuclei di difesa dello Stato nascono nel ‘66 su impulso delle linee strategiche delineate al convegno del Pollio e vantano l’adesione di circa duemila ufficiali.
Si tratta di una struttura delle Forze armate funzionale alla guerra non ortodossa con il solo obiettivo (diversamente da Gladio) della repressione del nemico interno.
È una «struttura istituzionale flessibile» <21 che incorpora le organizzazioni della destra estrema sotto il controllo dei servizi segreti italiani e americani. Una sorta di servizio parallelo e occulto, di cui sono a conoscenza i vertici militari e quelli dei servizi, oltre che i ministri della Difesa (i Nuclei saranno sciolti nel ‘73 per evitare che se ne scopra l’esistenza che diverrà di pubblico dominio con le indagini degli anni Novanta).
In questo quadro emergono quindi plurimi livelli di azione.
La struttura di emanazione statale è quella dei Nuclei di Difesa, vi sono poi due strutture che hanno fra i membri rappresentanti autorevoli delle istituzioni, la “Rosa dei venti” e la “P2” (la prima è un’organizzazione neofascista collegata ad alti ufficiali, dirigenti dei servizi segreti, politici, industriali, finanzieri; la seconda è una loggia massonica segreta legata all’oltranzismo atlantico implicata in progetti eversivi) e infine, vi sono cinque diverse organizzazioni eversive neofasciste che godono di coperture istituzionali: Ordine nuovo, Avanguardia Nazionale, Fronte nazionale, Mar, Ordine nero <22.
Le prime tre strutture (Nuclei, Rosa dei venti e P2) sono in diretto collegamento con il Sid (Servizio Informazioni Difesa), l’Uaarr (Ufficio Affari Riservati), l’Esercito e il Noto Servizio (o “Anello”, organizzazione segreta attiva sino agli anni Ottanta e coinvolta nelle vicende della strategia della tensione, e non solo, a vari livelli).
Si definisce quindi il profilo di uno “Stato intersecato” <23 in cui personalità dei settori civile, militare e d’intelligence statali sono coinvolte in programmi di sovvertimento o riforma della Repubblica.
La ricostruzione di questo quadro insieme richiederà molto tempo ma, come approfondiremo in seguito, la storia su carta dello stragismo italiano ne traccerà via via i contorni già dai primi anni Settanta (le prime rivelazione circa possibili piani eversivi sono del ‘67, nel ‘71 e nel ‘72 ne seguiranno altre relative al golpe Borghese, all’organizzazione “Rosa dei venti” e all’emergere della pista investigativa neofascista per la strage di Milano).
[NOTE]
21 M. Dondi, op., cit., cit. p. 59.
22 Ordine Nuovo nasce come “Centro Studi Ordine Nuovo” nel 1954, fondato da Pino Rauti all’interno del Movimento Sociale Italiano, dal quale esce nel 1956. Nel 1969 Rauti e altri rientrano nelle file del partito, l’Msi, separandosi dall’ala più oltranzista che andrà invece a costituire il Movimento Politico Ordine Nuovo. Quest’ultimo verrà sciolto con decreto ministeriale il 23 novembre 1973, in base all’articolo 3, primo comma, della legge 20 giugno 1952, n. 645. Avanguardia nazionale, organizzazione politica di estrema destra, nasce nel 1960 con Stefano delle Chiaie con l’originaria denominazione di “Avanguardia Nazionale Giovanile” la quale si scioglierà nel 1965 per poi essere rifondata nel 1970. Sarà sciolta nel 1976. Fronte nazionale è fondato nel 1968 dal principe nero Junio Valerio Borghese e sarà punto di riferimento ideologico e operativo per l’organizzazione di Delle Chiaie. Il gruppo Mar (Movimento d’Azione Rivoluzionari) fondato nel 1962 da Carlo Fumagalli e Gaetano Orlando è un gruppo terrorista armato di rigide posizioni filo-atlantiche. Ordine nero nasce nel 1974 dopo lo scioglimento di Ordine nuovo ma è inesatto identificarlo completamente in esso. Nasce su iniziativa di Giancarlo Esposti a Milano raccogliendo adepti dal disciolto Ordine nuovo, da Avanguardia nazionale e dalle Sam (Squadre d’Azione Mussolini). Per un’efficace panoramica sulle destre in Italia con riguardo anche alla destra eversiva, G. Orsina (a cura di), Storia delle destre nell’Italia repubblicana, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2014, in particolare il contributo di G. Panvini, La destra eversiva, pp.207-238.
23 La definizione è mutuata da M. Dondi, op. cit., cfr. pp.399-401.
Claudia Sbarbati, Le stragi e lo stato. Narrazioni su carta dello stragismo italiano: cronaca, memoria e storia, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Macerata, 2018